Tetti al sole

Il paese in cui abito non sarà il centro del mondo ma anche qui arrivano gli echi dell’attualità e nessuno si sottrae al confronto e al dibattito, naturalmente in termini civilissimi ora che il sindaco ha imposto il coprifuoco e il divieto di circolare armati di mannaie.

Soprattutto, dibatti e confronto non possono mancare se si incontra la signora Malinpeggio. Cosa probabilissima visto che lei pattuglia costantemente le strade del borgo.

È dunque con spirito dialettico e democratico che la saluto allegramente: “Buongiorno, signora! Che cosa ne dice delle ultime notizie?”

“Quali ultime notizie?” risponde lei sulle sue.

“Scelga lei. Preferisce i profughi, gli aiuti alla Grecia, oppure i direttori stranieri nei musei italiani?”

“Preferirei lasciar perdere”.

“Andiamo, signora! Non mi dica che non ha un’opinione sui musei. Che cosa pensa di questa polemica? Trova sia una sconfitta della cultura italiana, un segno di provincialismo, o una necessaria apertura al nuovo, al moderno?”

“Le ho detto di lasciar perdere”.

“Insomma, signora, non si sottragga. Il dibattito è molto interessante. Dopo tutto, qui in Italia viviamo di cultura, respiriamo arte e, se mi è consentito, a merenda sbocconcelliamo pane e bellezza. Forse troverà che questa faccenda dei direttori stranieri sia una vergogna. O, al contrario, riterrà sia un segnale di apertura, di uscita dal recinto... Comunque la pensi, parliamone!”

“Mi dica: in quale palazzo veneziano si trova l’affresco del Tiepolo ’Trionfo dell’eloquenza’?”

“Beh...”

“Saprebbe nominare almeno un dipinto di Rosso Fiorentino?”

“Dunque...”

“Quale museo ospita l’opera di Raffaello Sernesi ’Tetti al sole’?”

“Più che i tetti al sole ho presente le...”

“Non faccia il cretino. Ha bisogno che continui? Credo di averle illustrato in maniera chiara la mia posizione”.

“Che sarebbe?”

“Il problema della cultura in Italia sta dappertutto tranne che nella nazionalità di chi ne dirige i musei”.

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