Un film così

Nelle scorse settimane, milioni di utenti di Facebook hanno visto comparire sulle loro bacheche un post che invitava a visionare un video. Nel filmato, annunciava la didascalia, avrebbero visto un padre che, appena perduta la moglie per una complicazione durante il parto, cantava al bimbo appena nato, pure morente, una dolce canzone.

Inutile dirlo: il video ha provocato un'esplosione di contatti. Milioni e milioni di contatti. Una moltitudine di persone che, a distanza e senza conoscere i protagonisti della vicenda, hanno dato sfogo alle loro emozioni, riversando un Rete la loro commozione, il loro dolore, la loro partecipazione.

Passata l'ondata emotiva, qualcuno ha preso carta e penna e ha deciso di dare un nome al fenomeno rappresentato dai video e dai post come quello di cui sopra: pornografia del dolore. Non certo una novità in assoluto, visto che per prima la televisione - ma è forse ai giornali che spetta il primato storico di questo tipo di sfruttamento - si è appropriata di queste lacrime artificiali da spargere a caso su di noi. Ma Internet della pornografia del dolore ha fatto qualcosa di diverso, trasformandola grazia alla sua interattività, sistemandola a nostra convenienza tra un post sul campionato di calcio e uno sulla ricetta dei ravioli. Più ancora, Facebook ci ha messo a disposizione il bottone "mi piace" per rilanciare, in pochi secondi e senza fatica, il messaggio in bottiglia di una partecipazione che a noi non costa nulla ma che ci fa sentire meglio. Non discuto la bontà dei sentimenti, ma l'abitudine a esprimerli di fronte a stimoli lontani se non artificiali: come il porno, fa notare l'autore della riflessione sulla pornografia del dolore, anche i post strappalacrime offrono la rappresentazione coreografata di una naturale esperienza umana. E come il porno ce la offre pronta all'uso, a nostro capriccio e convenienza. Unica differenza: il dolore ci piace condividerlo, il sesso virtuale ancora no: di quello ci vergogniamo. In altre parole: Se lo sognano i boss delle luci rosse un film così.

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