Uomini e giraffe

Ieri un importante sito di informazione dava la notizia che le giraffe sono a rischio di estinzione. Un fatto importante, senza dubbio meritevole di rilievo e dai risvolti molto tristi: non c'è altra parola per definire la sensazione che si prova scoprendo che questi bellissimi animali rischiano di non superare la prova del tempo.

Sotto la notizia delle giraffe, un'altra specie animale - tutt'altro che a rischio di estinzione - dava a sua volta prova di una certa tendenza all'assurdità, caratteristica che, scommetto, deve far impazzire gli etologi di tutto il mondo. Incoraggiato dalla possibilità di inserire commenti sotto la notizia delle giraffe, un gruppo di homo sapiens si scannava verbalmente. "Spiace per le giraffe" sosteneva un esemplare della suddetta specie, "ma questa è l'evoluzione, bellezza, e nessuno può fermarla". "Lei è un cretino" gli replicava un secondo esemplare, "nell'articolo c'è chiaramente scritto che è colpa dell'uomo se le giraffe vanno estinguendosi: troppi bracconieri e poco habitat adatto alla sopravvivenza". Più sotto un terzo homo sapiens aggiungeva contumelie alla discussione, un quarto procedeva sullo stesso tono, un quinto arrivava a prendersela con Renzi, un sesto a difendere Renzi e ad attaccare Berlusconi e un settimo a dar la colpa di tutto (dell'estinzione delle giraffe, del bracconaggio, di Renzi e Berlusconi) alle scie chimiche.

Non so se condividete il mio pensiero, ma la lettura di tali commenti alla tristezza per le giraffe ha aggiunto in me una certa perplessità riguardo il futuro dell'uomo. Il quale non rischia l'estinzione, non in senso tecnico, ma si potrebbe dire che come progetto di specie e speranza di avanguardia evolutiva ha fallito da tempo, e il fallimento è una forma di estinzione. Quanto alle giraffe, visto tutto ciò, non si può più escludere che alla radice della loro possibile scomparsa non ci sia un cosciente desiderio di suicidio.

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