Vecchia Inghilterra

John Steed è morto ieri ed Emma Peel festeggerà i 77 anni il prossimo 20 luglio. Informazioni marginali o addirittura incomprensibili, per molti di voi. Per quanto mi riguarda, invece, la perfetta didascalia sulla malinconia del presente.

Non per imporvi la solita tirata nostalgica sui tempi che furono, ma uno come me, la cui vita, negli anni dell’infanzia, trascorse nell’attesa che le valvole della tv si riscaldassero a sufficienza per trasmettere un’immagine, non può far passare sotto silenzio la scomparsa di Patrick Macnee, che poi era il John Steed di cui sopra, attore e personaggio, ma in fondo la stessa cosa, incompleti l’uno senza l’altro e, comunque, senza bombetta e ombrello.

La serie televisiva inglese “The Avengers” (“I vendicatori”) venne sbrigativamente intitolata in italiano “Agente speciale”, forse perché nella Rai pre-riforma, molto costumata e democristiana, il concetto di vendetta non era ammesso. Ma quello che il titolo censurava, le immagini lasciavano passare.

Affiancato dalla sexy Emma (l’attrice Diana Rigg, diventata anche una delle migliori Bond girl di sempre, perché intelligente oltre che bella), Steed combatteva per la vecchia Inghilterra in un mondo nuovo di spie e cospiratori. Al di là del plot, “The Avengers” colpiva perché innovativo nelle immagini e nelle situazioni: aveva un che di psichedelico, di sperimentale, perfino di surreale.

Il Bond di Sean Connery disprezzava la modernità culturale (“Bere Dom Perignon del ’53 a una temperatura superiore ai 4 gradi sarebbe peggio che ascoltare i Beatles senza tappi nelle orecchie»), Steed, pur senza rinunciare al tradizionale aplomb, accoglieva tutto con un sorriso, senza fare eccezione per i completi molto “swingin’ London” della sua partner. Tutto ciò faceva pensare all’Inghilterra come a un luogo nuovo e interessante: un po’ bizzarro, forse, ma originale. Penso ancora sia così anche se, devo constatare, la mia nuova Inghilterra è diventata vecchia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA