Cadere e poi rialzarsi, e impari la lezione

Cadere e poi rialzarsi, e impari la lezione

Forse il segreto è cadere, non far di tutto per evitarlo. Agyness Deyn insegna. Due metri di gambe e venti centrimetri di tacchi in sfilata.
E patapum, la bella modella dal caschetto nero, un tempo cresta platino, frana sulle passerelle. Succede di continuo, succede più spesso da quando va di moda avere la Tour Eiffel sotto ai piedi al posto di un paio di normali scarpe. Eppure Agyness ha sorriso, si è rialzata, è inciampata di nuovo e alla fine si è levata le sculture tra gli applausi. Perché è così che si fa. Si sbanda e ci si rimette in strada. Si sbaglia e si corregge l’errore. Si frana e si costruisce qualcosa di più forte, reale e duraturo.
Chi molla fa la fine di Alexander Mc Queen che aveva trovato il modo per stare sopra alla propria depressione, disegnare scarpe alte 30 centimetri, identiche alla corazza di un Armadillo. Ma poi, alla prima difficoltà, è franato e non si è più rialzato. Per quanto dolorosa, la morte di una mamma va superata, a 40 anni almeno.
Lui non ce l’ha fatta perché deve avere visto le tenebre e nel buio dell’infelicità non si vive bene, anzi non si vive proprio.
Allora il segreto che tutti inseguono non è nel successo e neanche nella ricchezza. Mc Queen aveva entrambe cose, ma il suo cuore era vuoto. Anche Tom Ford si è sentito così quando ha lasciato Gucci eppure ha cercato un’altra strada e l’ha trovata in un film. Ricchi o poveri, belli o brutti, soli o in coppia, giovani o anziani, una cosa in comune ce l’hanno tutti. Ogni tanto si spegne la luce. Ogni tanto si frana. Una, dieci, sedici volte.
E allora scopri che vale di più rialzarsi da terra che arrivare in cima.

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