Grazia e il nuovo direttore

Grazia e il nuovo direttore

Prima il nuovo Grazia. Poi l'addio del vecchio direttore. E adesso il nuovo direttore di Grazia. Per chi considera Grazia una Bibbia del lusso, sono tre colpi secchi al cuore. Perchè anche se il mondo va in rovina, i sogni delle donne restano sempre gli stessi. Scarpe. Da urlo. Abiti. Da sogno. E donne bellissime con scarpe da urlo e abiti da sogno, perfette il tempo di una foto. Sognando un uomo che non è quasi mai perfetto.
Grazia è un giornale che ha come missione «portare i clienti nei negozi»  come ha dichiarato Vera Montanari, a La Provincia quando era ancora direttore di Grazia. Se un giornale così cambia pelle, è una tragedia.
Non va bene niente. La grafica, il carattere della nuova grafica. L'impaginazione delle rubriche, la posta del cuore che non è più in ultima pagina. Soprattutto stonano i servizi realtà, su chi vive in 80 metri quadrati, su una mamma che partorisce in casa, su chi guadagna più del marito. Le foto di persone normali alternate a quelle di modelle perfette sono fuori posto. Eppure questa è la strada tracciata dal vecchio direttore e seguita dal nuovo, Silvia Grilli. Che si presenta con una bambina bellissima in braccio. E lascia che una delle sue giornaliste racconti il suo ingresso in redazione, al suo primo giorno di lavoro, con mamma, figlia e tata al seguito.
Un giornale che cambia abito è come un marito che compare con i capelli rossi, se li ha neri, ricci se li ha lisci, senza capelli se ne aveva una montagna e tutto a un tratto gira per casa in ciabatte. Ma è esattamente lì che si vede il vero amore. Se, chiudendo gli occhi sulle pagine «ciabatta», si riesce a vedere di Grazia solo la sua firma. Quel lusso che fa sognare. Chanel, Dior, Moschino. Ohhhhhh.
Dolce e Gabbana, Louis Vuitton, Hermès. Ohhhhh.
Prada, Gucci, Armani. Ohhhhhh.
Un sogno via l'altro. Tacchi, trucchi, rosso e biondo.
Quello che porta le donne in edicola a comperare il giornale e quello che porterà le donne nei negozi a comperare scarpe da urlo e abiti da sogno. Anche al tempo della crisi. Questo, per fortuna, su Grazia c'è ancora.
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