I saldi che non finiscono mai

Fosse un altr'anno e non quello della crisi, stivali e abiti invernali dovrebbero essere già spariti dalle vetrine da un bel pezzo. Esauriti, ai tempi magici quando i saldi si facevano con gli avanzi delle precedenti stagioni. O in partenza in stock per qualche outlet. Invece in molte vetrine sono ancora lì, a fianco dei sandali e delle ballerine, scontati dal 50/60 per cento e anche così invenduti. Neanche il freddo ad oltranza che ha caratterizzato questa primavera è riuscito a spingere il fuori tutto. Perfino sui siti delle grandi griffe c'è ancora il link ai saldi. Che in qualche caso hanno prezzi ancora più impossibili dei nuovi arrivi. Quindi non si compra. Ma si vende. I mercatini dell'usato sono gli unici con la coda fuori dal negozio. Le case sono piene di acquisti sbagliati di quando i soldi c'erano, venivano spesi se non con leggerezza, almeno con la gioia di fare un nuovo acquisto. Scarpe con tacchi impossibili che sembravano portabili solo nel momomento dell'acquisto. Completi di biancheria intima scomodi, comprati e infilati nei cassetti con ancora il cartellino del prezzo. Borse firmate ricevute in dono ma mai apprezzate. Finisce tutto in conto vendita a prezzi ridicoli. Se qualcuno compra si pagano bollette, benzina e spesa. E chi compra ha speso poco e ha pochi sensi di colpa.

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