Il mistero delle scarpe con il tacco

Chissà perché, provate nei negozi, le scarpe con il tacco alto non fanno mai male. Anzi, più si tengono ai piedi, più sembra di poter camminare fino in cima al mondo, tanto sono comode. Probabilmente il desiderio di averle anestetizza e, davvero, in quei pochi minuti che servono per dire: «Si le compro», i piedi non fanno male. Forse è anche autosuggestione, fingere di non sentire che le dita stringono in punta perchè stanno scivolando troppo avanti. Così si cercano conferme nella commessa che ovviamente condivide il fatto che saranno più comode di un mocassino. Anche se la commessa storce il naso, la voglia di comprare un grattacielo dal quale dominare il mondo prevale. E alla fine la carte di credito viene strisciata. Solo a casa, davanti allo specchio per la prova finale, il dolore si manifesta con tutti i suoi acuti. Le dita avvisano subito di essere state traumatizzate. E faranno pagare quei pochi minuti di posa innaturale per tutto il giorno anche se, sfilati i tacchi della meraviglie, si affronta il resto della giornata in scarpe da tennis. Così, anche dopo aver giurato alla commessa che no, queste pump non finiranno nell'armadio con tutte le altre follie tacco 12, le scarpe finiscono esattamente lì. Da qualche parte dell'armadio per essere ammirate, provate ogni tanto per sentirsi alte come una modella e poi sempre lì riposte. Giurando «non comprerò mai più scarpe con il tacco», fino al prossimo irresistibile innamoramento per una scarpa bellissima. E importabile.

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