La Gamberale era meglio quando c'era

Tanto era bello «Le luci nelle case degli altri», tanto è deludente «L’amore quando c’era». Già il fatto di chiamarlo libro è tanto.
Ci sono un sacco di pagine bianche (su un totale striminzito di pagine). Il poco inchiostro versato riporta uno scambio di sms o email stringatissimo tra due che si erano amati 12 anni prima e non si capisce neanche cosa vogliano adesso. Nessun colpo di scena, nessun segreto che invogli a voltar pagina, neanche quello annunciato che dovrebbe tenere in piedi il libro (l’amato sembra più bello quando lo perdi). Niente della capacità narrativa della Gamberale, niente che faccia scattare il meccanismo di autoidentificazione della «Zona cieca». La Gamberale azzecca giusto le prime due righe, il suo credo, il suo mantra. «Io so solo che sto sempre male e chissà perché sono sempre infelice». Chi la conosce sa che lei è così, che ha sempre un male dentro e un solo uomo che arrivi ad aggiustarle il cuore. Ma se non aveva la storia di Porco Mondo poteva aspettare anche il prossimo anno.
L’amore quando c’era.
Mondadori Libellule
10 euro
91 pagine

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