ALTERINCOM, VOL. IX

Buona domenica,

il tema di questa terza AlterInCom prenatalizia è * ahem * regala un regalo comasco. Non tanto per campanilismo, ma perché... se non ci si aiuta tra noi (intendo, che senso ha pubblicare dischi e libri se poi non se li accatta nessuno, per dirla in buon italiano?). Per questo motivo in questo numero non metto la parte filmica (però, anche se non c'entra nulla, visto che tanto era giustamente piaciuto ai Lunedì del cinema al Sociale, segnalo che il capolavoro Vogliamo vivere! (To be or not to be) di Ernst Lubitsch è tornato disponibile in una bella edizione restaurata in dvd) che tornerà la prossima settimana per un AlterInCom impergnata su due questioni fondamentali, il last minute (ovvero “oddio, mi ha fatto il regalo, e io?”) e “cosa posso regalare a una persona che mi sta cordialmente sui...”? Magari un bel maglione come questo?

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MUSICOMIO

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(un'avvertenza fondamentale, a parte il gusto personale, limito a tre titoli tre che, come dire, ci possono stare a Natale e che si trovano effettivamente nei negozi. Lo specifico perché non s'adirino le miriadi non citate... che tanto s'adireranno lo stesso) (voi non avete idea di quanto possono essere incazzosi i musicisti) (a meno che non siate musicisti)


SULUTUMANA

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Non c'è limite al meglio (EuroTeam)

Li conoscete? Non hanno bisogno di presentazioni. Se non li conoscete questo è un ottimo punto di partenza, ma soprattutto è il disco dei Sulutumana da regalare a chi ancora non li conosce e li ha, magari, malinterpretati come fenomeno locale e non come autori di alcune delle più belle canzoni degli ultimi quindici anni almeno. Codesto dischetto, prodotto da Piero Cassano e Fabio Perversi dei Matia Bazar (davvero quello che non t'aspetti...) che non solo hanno rispettato, ma valorizzato la visione di un gruppo che, sicuramente, avrebbe meritato di più e che ora merita di essere posto sotto l'albero (o al Presepe) (nella calza no perché gli spigoli la bucano). Un assaggio:

https://www.youtube.com/watch?v=-DZsrgWRCz0&feature=youtube_gdata_player


FLORALEDA SACCHI

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Alphonse Hasselmans: music for harp (Brilliant Classics)

Questo disco ha molteplici pregi. Innanzitutto avvicina l'ascoltatore a un compositore sicuramente poco conosciuto (per non dire assolutamente sconosciuto ai più). Belga di Liegi, vissè tra il 1845 e il 1912 e fu tra i più importanti compositori per arpa nella Parigi fin de siècle (pausa per un attimo d'invidia nei suoi confronti). Il secondo pregio è che questo cd, come tutti quelli pubblicati dalla casa discografica olandese (che dedica un album a un belga! Pazzesco...) ha un prezzo veramente contenuto a fronte di una qualità eccellente. Il terzo – e qui temo che Floraleda, musicista comasca celebre nel mondo, dissentirebbe – è che, assieme all'amatissima zampogna, l'arpa è essa strumento dal suono assai natalizio. Ma qui non v'è nulla di melenso, anzi. Un arpeggio:

https://www.youtube.com/watch?v=saDlOjOSTGo&feature=youtube_gdata_player


THE VAD VUC

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Hai in mente un koala? (JM Productions)

Usciamo leggermente fuori casa per raggiungere il vicino Ticino e trovare codesta band che, a dispetto di una storia ormai decennale alle spalle, qui non è ancora tanto conosciuta quanto meriterebbe. Sì, cantano in dialetto, ma non solo, sì fanno folk rock e, indubbiamente, hanno quindi un debito con Davide Van De Sfroos (ma, come quest’ultimo, il debito più forte e dichiarato è per Pogues e Waterboys), la differenza la fanno le canzoni, perché la capacità di unire melodie accattivanti a testi che sanno alternare divertimento, impegno e poesia, condendo il tutto in salsa irish (quindi annaffiando con birra scura) è unica. Eccellente anche per il party di capodanno. Un sorso:

https://www.youtube.com/watch?v=aa_ePHJ9BBg&feature=youtube_gdata_player


LIBRACOMO

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Qui la premessa è che io non consiglio giammai romanzi, perché si va veramente a gusti personali particolari e, quindi non ha senso essere generici. Suggerisco pubblicazioni particolari, in questo caso d’autor nostrano. Ah, non v'è più incazzoso del musicista che lo scrittore e tra gli scrittori lo scrittor nostrano. Faccio presente che IO non autoconsiglio il MIO libro.


FEDERICO RONCORONI

Un giorno, altrove

Un giorno, altrove (Mondadori, 391 pagine, 20 sacchi)

Filippo è un intellettuale che ha deciso di vivere in splendido ritiro, lontano da tutti. Dopo aver girato il mondo per insegnare ed essere scampato a un gravissimo linfoma, si è rifugiato per lavorare ai suoi libri in una casa sul lago. In questa solitudine, interrotta solo da qualche incontro galante, è convinto di aver raggiunto un accettabile equilibrio. Perciò, non è senza sconcerto che un giorno riceve una mail da parte di Isabella, la sua Isa, con cui non ha rapporti da sette anni. Tanto è il tempo passato da quando lei lo ha lasciato in un letto di ospedale. Sconcerto, e anche gioia e speranza, sentimenti che si accavallano, visto che Isabella continua a scrivergli, anche se non lo fa per parlare di sé, ma, parrebbe, per avere risposte alle tante domande rimaste in sospeso. Nei cinque mesi che trascorre mandando mail al suo amore ritrovato e aspettando di poter leggere le sue risposte, Filippo ha finalmente l'occasione di raccontare a Isa ciò che ha vissuto senza di lei e di riavviare l'interrotto discorso amoroso. Isabella, invece, è reticente a parlare di sé. Evasiva al punto da risultare ambigua, si mostra animata da un'estrema suscettibilità riguardo alle allusioni di Filippo ai loro trascorsi erotici e da una forte curiosità per il modo dell'uomo di relazionarsi con se stesso. Filippo vive male le ambiguità della donna, ambiguità che il rapporto inevitabilmente epistolare accentua, e che troveranno una spiegazione, se non una soluzione, solo a fine partita.

NdA: non c'è niente di meglio che darsi una regola da solo e infrangerla immediatamente. Questo è, se volete, tecnicamente, un romanzo, d’un genere d’altri tempi, poiché esso è epistolare, ma anche moderno (perché in effetti è... e-mailare) e, a leggerlo con una certa ottica, non è un romanzo, ma piuttosto un viaggio, da una stanza al mondo, il monitor come finestra e mezzo di comunicazione, l'amore o, meglio, l'amore dell'idea d'amore a muovere. Due anni fa, peraltro, il mio libro natalizio fu il Sillabario della memoria (medesimo autore, Salani, 300 pagine, 15 sacchi) che riconsiglio senza indugio. Magari regalate questo e fatevi regalare l'altro (o viceversa) (insomma, a piacere)


CECCO BELLOSI

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Con i piedi nell'acqua. Il lago e le sue storie (Milieu, 192 pagine, 14,90 sacchi)

Cecco Bellosi si affianca ad altri due narratori e cantastorie del Lago di Como, Andrea Vitali e Davide Van De Sfroos, confermando quanto le terre umide e boscose dell'Alta Lombardia siano capaci di esprimere una lunatica originalità. Acque dolci, acque creative. Dalla sponda orientale del Lago Maggiore sono arrivati mostri sacri come Piero Chiara, Dario Fo e Nanni Svampa. Tutti loro hanno pescato a piene mani non solo i cavedani, ma anche dalle storie degli irregolari, così piene di non sense, ribellione e avventura. La differenza è che Cecco Bellosi è uno di quegli irregolari. La sua affinità è quella dell'interno, non dell'esterno, soprattutto nei confronti dei personaggi che sente più vicini. Cecco riporta in vita storie dimenticate del Lago di Como, oggi meta di turisti frettolosi e di ricchi miliardari di un lusso lontano, ieri terra povera di contrabbandieri, ribelli e artigiani artisti dove il lavoro, la fatica e l'avventura lasciavano il giusto spazio alle passioni umane. Il nitido piglio narrativo si dipana tra ironia e disincanto, disseminando le tracce di una filosofia di vita che nelle storie individuali ritrova i segni dell'identità e dell'appartenenza. Introduzione di Davide Van De Sfroos, prefazione di Aldo Bonomi.

NdA: per conoscerci meglio, ombrosi, scuri e chiusi noi, gente ai margini dell'Italia senza puntare all'Europa (diciamoci la verità), semmai alla Svizzera, di notte e con la bricolla in spalla. Se i comaschi son diversi dal resto degli italiani (è una mia convinzione), gli irregolari tra i diversi sono personaggi da conoscere e storie da sapere. Qui aggiungo, d'altro autore, in nota solo perché ristampa di un originale di quasi vent'anni fa introvabile, Grappino Armandolato di Emilio Magni (Alessandro Dominioni Editore, 116 pagine, 13 sacchi), per un'altra lettura territoriale di grande intensità...


PIERLUIGI COMERIO

Gigi Meroni. Una vita a tutto campo (Carlo Pozzoni Fotoeditore, 162 pagine illustrate con un cd allegato a 36,50 sacchi)

Web, giornali, grande e piccolo schermo, mostre, cerimonie, commemorazioni: Gigi Meroni, la “farfalla granata”, è stato celebrato senza risparmio attraverso tutti i canali possibili. Lo hanno ricordato come un eroe senza macchia e senza paura, un suadente interprete del calcio sempre pronto a sfidare la rozzezza degli avversari, un vivace monello con una spiccata predisposizione per l’estro e la fantasia. Ma chi era quel ragazzo con i capelli un po’ lunghi per quegli anni, che portava gli occhiali sulla punta del naso e vestiva in modo talvolta eccentrico? Chi era quel giovane sbarazzino che non si curava dell’opinione della gente e portava a spasso una gallina al guinzaglio? Cosa c’era dietro ad atteggiamenti inconcepibili per quei tempi di perbenismo e conformismo esasperati? Chi era “veramente” Gigi Meroni fuori dal campo? A siffatte e altre domande questo libro vuole dare risposte: per svelare un Meroni più intimo, personale, inedito, al di là dei tanti stereotipi confezionati su misura per lui negli anni. Qualcuno lo ha paragonato a un Beatle, qualcuno a un altro simbolo del calcio oltre gli schemi come George Best (umanamente però lontano anni luce da Meroni), molti a un geniale poeta capace di coagulare l’affetto, l’amore e la passione di migliaia di tifosi arrivati a scendere in piazza pur di non vederlo cambiare casacca. Ma lui, il Luigino come ancora oggi lo chiamano nella sua città natale, Como, era molto e molto di più. E questo libro vuole andare proprio in quella direzione: scavare nel personaggio, scoprirne vizi e virtù, far emergere un ritratto di lui ai più ignoto. Attraverso le testimonianze e le immagini di chi gli è stato vicino nella sua purtroppo breve vita e lo ha conosciuto meglio dei tanti moralisti che l’hanno giudicato troppo in fretta. Con una prefazione di Gianni Mura, una postfazione di Massimo Gramellini e la canzone inedita Gigi Meroni cantata da Luca Ghielmetti.

NdA: premesso, anzi postmesso, ormai, che di calcio assai poco capisco, so e seguo, anzi per nulla, anzi meno (tanto è vero che adesso è domenica e io, come sempre, IGNORO beatamente chi stia tirando calci alla palla in questo momento), questo è un’opera che ci voleva e che consiglio a chi, al contrario di me, ama questo sport, anche, forse soprattutto, a chi non conosce la figura di Meroni se non per sentito dire. Ecco, visto che son passati tanti anni (il Luigino ne avrebbe 70 ora) e che son più quelli che lo conoscono solo per sentito dire, in queste pagine c'è il miglior sentito dire possibile, quello di chi lo ha conosciuto, amato, ne ha apprezzato le doti, lo ha pianto e ancora lo piange, ma più di tutto lo ricorda con affetto. La canzone è, semplicemente, incommentabile. Una sintesi:

https://www.youtube.com/watch?v=VbwC-RJmI1w&feature=youtube_gdata_player


ANDREA BUTTI – DINO MERIO – MARCO BRIENZA

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Paralympic Emotion. Una sfida per la vita (Rizzoli, 160 pagine illustrate, 35 sacchi)

Sul finire dell'estate 2012, dopo le Olimpiadi, Londra ospita i XIV Giochi Paralimpici dando visibilità e seguito ad atleti fino a quel momento seguiti dal pubblico dei soli appassionati. Dai ricordi di quel mese così emozionante nasce un libro illustrato che esalta lo sport e il coraggio e prima ancora di raccontare il mondo di chi è diversamente abile, lo celebra ai suoi più alti livelli. Tre fotografi hanno catturato ogni attimo, ogni sforzo, ogni sorriso: tutti i momenti più caldi dei giochi, direttamente dalle piste di gara; protagonisti, le persone e gli atleti che hanno reso le proprie barriere una sfida da vincere. Un volume che è al contempo il tributo a un'avventura mista di passione e dedizione e la celebrazione di un importante anniversario, nella stessa città dove - nel 1948 - si era svolta la prima edizione.

NdA: una grande opera di documentazione per una realtà da conoscere. Tra l'altro il volume è bilingue, quindi regalabilissimo anche allo zio angolofono con il legittimo orgoglio di poter esclamare “t'è vist 'sti cumasch?”...


ENRICO FERIOLI

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Cercatori di stelle (New Press, New Press, 112 pagine, 9,50 sacchi)

A ispirare lʼautore la vicenda, misteriosissima, dei cosiddetti Re Magi, cui Matteo dedica poche righe del suo Vangelo. Vicenda scarna di dettagli, quasi priva di fondamenta storiche, inconsistente nel suo sviluppo narrativo, ma evidentemente gravida di grande suggestione se nei secoli ha spinto tanti autori a cimentarsi con ricerche impossibili e narrazioni delle più fantasiose. Raccontando i “suoi” Magi, Ferioli dà corpo al bisogno universale e mai soddisfatto di cercare risposte alle domande essenziali del vivere. I tre protagonisti diventano in questo modo, e ognuno a modo suo, pellegrini di un viaggio dallʼesito incerto, ma irrinunciabile, e al tempo stesso fragili esploratori del mistero della vita.

NdA: per una visione natalizia diversa, alternativa, un racconto d'altrocanto...


SARA CERRATO E MAURO FUGGIASCHI

Sipario Kids. La magia del teatro in una fiaba

Sipario kids (BabyGuide, 32 pagine illustrate, 15 sacchi)

Perché una fiaba dovrebbe entusiasmare gli adulti oltre che i bambini? È quello che sta accadendo a Sipario kids! Sarà perché si racconta una magica notte nel Teatro Sociale? Sarà perché uno dei protagonisti è Romano, la maschera del teatro che tutti riconosciamo? O forse è perché la lettura ci permette di riscoprire le nostre emozioni e di ritornare un po’ bambini? In occasione del 200° compleanno del Teatro Sociale di Como, una fiaba illustrata per i piccoli. Il racconto vuole presentare il Sociale, la sua storia e la vita di chi vi lavora, come un mondo incantato, in cui la fantasia e i sogni possono diventare realtà. Ora disponibile anche con audiolibro con letture a cura delle attrici del gruppo La Quercia Teatro di Canzo.

NdA: per i frugoletti, che prima gli regalate un libro e giammai una consolle o un nuovo cellulare e essi cresceranno più sani, più intelligenti e più belli (oltre che disadattati in una società di egoisti Soli Al Mondo, e non dite che vi dispiace)


FRANCESCA MARCHEGIANO E MARCO POSA

99 cose da fare per arricchirsi … di allegria, ridere, riposo e curiosità (Officina della Narrazione, 204 pagine illustrate, 12 sacchi)

Chi ha amato il delizioso – e mortifero – Piccolo abbecedario macabro di Posa, apprezzerà indubbiamente questa nuova operina, tanto piccola di formato e di contenuto quanto ricca di spunti di riflessione forniti dai piccoli consigli di Francesca. Mi ha ricordato Grapefruit di Yoko Ono, che poteva sembrare banale allora (lo ha realizzato prima di farsi odiare da mezzo mondo “traviando” Beatle John), ma con pochi “ordini” come respira e pensa invitava a recuperare un presente che sfugge sempre di più. Qui gli spunti sono più articolati e le visualizzazioni di Posa strappano sempre un sorriso acconcio al “comando” impartito.

NdA: io potrei scrivere le 1001 cose da fare per NON arricchirsi solo descrivendo la mia giornata tipo... Un sorriso e una riflessione per concludere...

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