ALTERINCOM, VOL. XIV

Buona domenica,

leggevo ieri su La Stampa che i disoccupati berlinesi si lamentano: i 3 sacchi che lo Stato passa loro per le spese culturali non bastano neppure per il cinema, ma bisogna considerare che hanno già il “Berlinpass”, una tessera che permette l’ingresso gratuito ai musei. Ma, un po’ come per le “social card” nostrane, tanti si vergognano a esibire siffatto documento comprovante lo stato di indigenza. E allora una signora, tale Angela Meyenburg, ha fondato la Kulturloge che acquista biglietti per ridistribuirli gratis a chi non può permettersi il teatro, i concerti e il cinema. La domanda è: i marziani sono loro o siamo noi? Ach, so...

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DISCONCEZZE

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Una tripletta trutta al femminile in omaggio a Carolyn Mas, in concerto domani sera (lunedì) All’unaetrentacinquecirca: poteva essere una seria rivale per Patti Smith, di lei si parlava come di “Springsteen al femminile” (era un complimento, giuro!), ma la sua vita non è stata fortunata. Ora, però, merita di essere assolutamente scoperta, come tutte queste signore qua sotto...


ROSANNE CASH

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The river & the thread (Blue Note)

Figlia d’arte, Rosanne ha iniziato a incidere alla fine degli anni Settanta, ma sta realizzando i suoi capolavori oggi. Se The list, il predecessore, era un capolavoro ispirato alla lista di “canzoni che devi conoscere” datagli dal padre (Johnny Cash, di che stiamo parlando sennò?). Qui, invece, è anche autrice di un pugno di belle canzoni, suonate con delicatezza, cantate con maestria, ottime da ascoltare in questo uggioso gennaio mentre la pioggia picchetta il parabrise. Una goccia:

https://www.youtube.com/watch?v=V-whhwYqX7Y


PATTY LARKIN

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Still green (Road Narrows)

Questa sono abbastanza sicuro che non la conosciate. Ma anche Patty è on the road da molti anni. Dalle nostre parti non ha il seguito che merita, nella sua Boston è un’istituzione e, oltre a possedere una voce struggente e a scrivere canzoni intense, è pure un’eccellente chitarrista. Questo è un disco elettroacustico di grande impatto e zeppo di brani memorabili, come questo:

https://www.youtube.com/watch?v=GA7wCJewQxQ


SHARON JONES & THE DAP KINGS

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Give the people what they want (Daptone Records)

Ho un grande cruccio: un personaggio estremo, eccessivo e, indubbiamente, sofferente fino all’estremo come Amy Winehouse, se ha contribuito a rilanciare un genere e anche a generare una massa di cloni meno interessanti, ha anche offuscato talenti unici come quello di Sharon Jones. È un piacere ritrovarla, perché di recente aveva dovuto abbandonare momentaneamente le scene per affrontare un tumore. Da quello che si ascolta, la malattia non l’ha assolutamente fiaccata, anzi: è più energica e combattiva che mai. Fatevene un’idea:

https://www.youtube.com/watch?v=PrOYkHjdpdM


LIBRAZIONI

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SIMON GARFIELD

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L’arte perduta di scrivere le lettere e come ritrovarla (Ponte alle Grazie, 462 pagine illustrate, 16,80 sacchi)

Perché le lettere continuano a suscitare tanto fascino pur nell’epoca del trionfo di Internet e della posta elettronica? Leggerle per ricostruire i retroscena della vita di un grande personaggio storico o di uno scrittore è una forma di voyeurismo intellettuale o un modo per coglierne la vita personale e interiore pur senza violarne l’intimità? Per millenni le lettere hanno plasmato la storia e l’esistenza degli individui: la digitalizzazione della comunicazione e l’avvento delle e-mail hanno cancellato la vitalità e l’autenticità di un semplice foglio infilato in una busta affrancata. Simon Garfield non intende certo lanciarsi in una crociata contro il progresso informatico; piuttosto, vuole riaffermare “il romanticismo della posta”, in epoche in cui gli scambi epistolari fornivano “il tramite silenzioso di ciò che era importante e accessorio”, “descrivevano le gioie e le sofferenze più intense dell’amore”. L’autore prefigura un mondo senza lettere e francobolli, e al tempo stesso celebra un aspetto centrale del nostro passato, una modalità di scambio basata sulla riflessione e il rispetto. Storia, aneddotica e curiosità si intrecciano in un racconto venato di erudizione e ironia, dalle tavolette anonime della Britannia romana fino ai nostri giorni: i capolavori di Cicerone e Seneca, le passioni che infuocavano Anna Bolena e Napoleone, l'anonima vita quotidiana di Jane Austen, l’incontenibile esuberanza epistolare di Madame de Sévigné.

NdA: non è il caso di aggiungere nulla, se non la consapevolezza che un’arte, quella del bel scrivere, si sta perdendo in un mare di faccine, abbreviazioni, k, accenti sbagliati e apostrofi inesistenti...


GUIDO DAVICO BONINO

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Incontri con uomini di qualità. Editori e scrittori di un’epoca che non c’è più (Il Saggiatore, 387 pagine, 23 sacchi)

Fra il 1961 e il 1977 Guido Davico Bonino ebbe l’occasione di dialogare e confrontarsi con colleghi, intellettuali, autori che oggi, a più di quarant’anni dai fatti narrati in questo libro, rappresentano il cuore della cultura italiana ed europea del Novecento. Montale, Pasolini, Morante, Sciascia, Gadda, Ginzburg, Fenoglio, De Filippo... Furono gli anni in cui, giovanissimo, Davico Bonino lavorò all’Einaudi. Suo coach era Italo Calvino, con cui nei primi tempi condivise l’ufficio e che fu il destinatario delle sue molte domande, che spaziavano dai mestieri dell’editoria alle curiosità sugli scrittori che passavano da via Biancamano. Insieme a Calvino c’erano Giulio Bollati, fervido ideatore di sempre nuovi progetti editoriali, ma anche Norberto Bobbio, Massimo Mila, Elio Vittorini. Molti degli incontri che Davico Bonino rievoca in questo libro hanno l’aura di tante piccole epifanie, colme di sorprese e rivelatrici di aspetti singolari della personalità e dell’opera di “uomini di qualità”: Adorno filosofo galante, Barthes analista e vittima della seduzione amorosa, Beckett cultore della pittura classica italiana, Fellini ossessionato dallo spiritismo, Ionesco nemico di qualunque ideologia, Nabokov cacciatore e collezionista di farfalle, Foucault maieuta degli studenti ribelli, Perec uomo-labirinto di sogni e ricordi, Queneau infaticabile vagabondo nel cosmo della scrittura, Marguerite Yourcenar aristocraticamente simpatizzante per il Maggio ‘68.

NdA: quando eravamo anche noi marziani e nelle case editrici si aggiravano personaggi di tale fatta e non creativi generici, esperti di comunicazione che non riescono a spiegarsi neppure in ascensore e gente che si vanta di non leggere per non lasciare influenzare il suo giudizio su quello che deve pubblicare...


DAVE VAN RONK CON ELIJAH WALD

Manhattan folk story. Il racconto della mia vita (Bur, 422 pagine, 18 sacchi)

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È stato colonna portante della rinascita folk degli anni Sessanta, cantautore e arrangiatore raffinato, straordinario chitarrista e cantante. È stato soprattutto una delle figure più originali sulla scena musicale americana dei Sixties, cuore pulsante del Greenwich Village, intimo amico di uno spiantato Bob Dylan ancora sconosciuto, di Joni Mitchell e di molti altri. Nelle sue memorie, scritte poco prima di morire, Van Ronk ripercorre quegli anni formidabili in cui i fermenti dell’arte e della musica agitavano New York e il mondo intero, prima di Blowin’ in the wind e di Woodstock, quando tutto era ancora possibile.

NdA: il punto, anche se non conoscete Van Ronk, è che il nuovo film dei fratelli Coen, A proposito di Davis, è direttamente tratto da questo libro (che in originale si chiama, assai più appropriatamente, The major of MaCDougal street, uno dei nomignoli del folksinger, ma noi siamo tonti e bisogna adattarci i titoli). Non vorrete mica presentarvi dai fratelli Coen impreparati, vero? VERO?


TELEVISORIA

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Raistoria, lunedì 20 gennaio, ore 22.15

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Morte di un matematico napoletano (Italia, 1992, 105 minuti) di Mario Martone con Carlo Cecchi, Anna Bonaiuto, Renato Carpentieri, Antonio Neiwiller e Toni Servillo

Ultimi giorni nella vita di Renato Caccioppoli (1904-59), matematico insigne, eretico compagno di strada del Pci, protagonista della vita culturale di Napoli, dandy alcolista che finì suicida. Il ritratto del personaggio convive con un racconto corale che lo riflette come uno specchio in frantumi: più che il disegno di una struttura conta la forza centrifuga che da esso si sprigiona.

NdA: al di là della strepitosa interpretazione di Cecchi, un film che ha anche il merito di rispondere alla domanda “che faceva Servillo al cinema prima di incontrare Sorrentino?”...


Raimovie, martedì 21 gennaio, ore 23.05

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In cerca di mr. Goodbar (Usa, 1977, 135 minuti) di Richard Brooks con Richard Gere, Diane Keaton, Richard Kiley, Tuesday Weld e William Atherton.

Da un romanzo di Judith Rossmer: figlia di cattolici irlandesi intransigenti, affetta da scoliosi, intelligente e sensibile, Theresa Dunn fa l’insegnante ai bambini sordomuti di giorno e di notte frequenta bar malfamati per uomini soli che si porta a letto.

NdA: al di là della classica atmosfera da drammone esistenziale americano anni Settanta, questo risponde invece alla domanda “ma Diane Keaton, senza Woody Allen, ha fatto qualche bel film?”. È dello stesso anno di Io e Annie...


Raimovie, venerdì 24 gennaio, ore 17.45

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Gli spericolati (Usa, 1969, 102 minuti) di Michael Ritchie con Robert Redford, Gene Hackman, Camilla Sparv e Karl Michael Vogler

Egocentrico, testardo, ambizioso, un giovanotto di Idaho Springs, Colorado, deciso a diventare il numero uno dello sci negli Stati Uniti, riesce a entrare nella squadra olimpica alla vigilia dei giochi bianchi di Sapporo. Dopo varie traversie, anche sentimentali, supera sé stesso.

NdA: questo, forse, non risponde a nessuna domanda, ma tra le prime interpretazioni di Redford è tra le meno (ri)viste...

 

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