È cambiato tutto

Il primo giorno di primavera sembra di incrociare volti sconosciuti con una strana accoglienza nello sguardo. Vale per le persone, a dire il vero, come per i luoghi.

Improvvisamente, il giardino pubblico sotto casa (che la notte rimane ostinatamente illuminato, e in tempi di tagli ti chiedi perché, in pieno inverno) si scrolla di dosso l'aria di solitudine. Le biciclette sembrano esplose come i germogli e tra i jogger spunta il primo in pantaloncini e maglietta, rosso in viso per il caldo.

Dura poco, ma è cambiato tutto. Basta una brezza frizzante ad alimentare le conversazioni preoccupate sulla scarsa consistenza della primavera. E a proposito, secoli di materie impegnative e dotti discorsi che si accumulano, poi ci fermiamo a parlare di che? Del tempi.

Non è cambiato niente.

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