Fa un mestiere ancora considerato da uomini, e quando posso scelgo di andare da lei, ma non per solidarietà femminile. E' una piccola donna coraggiosa che non conosce il broncio di tanti suoi colleghi e sa sempre offrire un sorriso, una battuta, un sì alla vita, per quanto dura possa essere. Insomma, lei è il meglio, punto e stop.
Oggi la conversazione è nata leggera e simpatica, come al solito, quando si è intromesso un cliente che chiedeva informazioni. Quando si è allontanato, lei si è scusata e ha aggiunto: sa, gli uomini sono un po' più lenti, abbia pazienza. Mi è venuto da ridere, perché eravamo buffe e alla fine abbiamo riso tutte e due di gusto. In un ambiente molto maschile, dove questa battuta tocca inesorabilmente a noi, ecco che lei l'ha ritorta con grazia, contro la sua origine. Senza cattiveria, con mera complicità femminile, questa volta sì, ci abbiamo scherzato su e ci siamo congedate. Solo che, allontanandomi, ho contemplato l'uomo che stava cercando di seguire le istruzioni, dal volto un po' corrucciato; forse era solo impegnato, ma la cattiva coscienza mi ha fatto leggere un'ombra di seccatura, quasi di dispiacere sul volto. E' tutta immaginazione, mi sono detta, senza peraltro riuscire a togliermi quella puntura di spillo così simile al rimorso. E ho aggiunto: lui non si rammaricherebbe della battuta ai danni di una donna, anzi sarebbe lì a ridere ancora.
Per sicurezza, non mi sono più voltata e non ho cercato con lo sguardo la mia simpatica complice. Perché ero convinta che, se anche lei avesse visto quell'espressione, si sarebbe anche solo un poco tormentata. Anche questo è - a volte - essere donne. Tanto più in un ambiente ancora maschile. E speriamo, per una volta, di non cambiare.
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