Prendersi il tempo (di un incontro)

Un amico chiama dal cuore della città e di agosto, rivendicando una solenne pedalata in libertà. Si è ripreso le sue strade, i suoi scorci, angoli di vita sottovoce. E - concretamente per chi non è sensibile alla poesia - ha meno paura di essere travolto, viste le vie deserte.

Ma si è soprattutto preso il tempo. Di viaggiare in bici, di guardare, di fermarsi. Di incontrare. Come il venditore di libri, che da sempre vede: questa volta ha voluto concedersi una sosta e offrire a lui un ascolto. Ne è sgorgata una storia di Africa nostalgica e coragglosa, di un lavoro faticosamente cercato qui e all'improvviso perduto. Poi, la salvezza, la sopravvivenza arrivata sotto forma di libri da vendere.

 

Penso all'indifferenza che ogni volta ho ostentato. E vorrei presto incontrarlo, ascoltarlo, sfogliare un suo libro.

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