In una megastruttura abitativa della periferia di Caracas, Junior, nove anni, vive con la giovane madre Marta, vedova e disoccupata. I rapporti tra i due sono tutt’altro che amorevoli: a disturbare Marta è l’ossessione del figlio per il proprio aspetto. Dal canto suo, Junior vorrebbe soltanto potersi stirare i capelli, crespi e scarmigliati, così da fare bella figura nella foto di classe. Per Marta, però, impegnata nella quotidiana lotta per la sopravvivenza, le richieste del figlio risultano intollerabili, tanto da arrivare ad accusarlo di ambiguità sessuale. Junior si troverà così a dover affrontare le frustrazioni della madre, resa cieca dalla sua stessa vulnerabilità. Scritto e dioretto da Mariana Rondón, alla sua terza prova alla regia di un lungometraggio per il grande schermo dopo "Postales de Leningrado" (2007) e "A la medianoche y media" (1999), ha vinto il premio principale al Festival di San Sebastian 2013 e il premio per la migliore sceneggiatura, premio Holden e premio dei lettori de La Stampa al Torino Film Festival 2013.