L'infanzia al tempo del nazismo... Jurek è solo un ragazzino quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale e vede i tedeschi occupare la sua Polonia. E ha soltanto nove anni quando, in piena guerra, costretto a separarsi dalla sua famiglia, fugge dal ghetto di Varsavia per tenersi stretta la sua vita. Per cercare di sopravvivere alle atrocità del nazismo. La sua colpa è essere ebreo e questa identità va dimenticata. Pena la morte. I successivi tre anni sono durissimi, Jurek trascorre le sue giornate e le notti tra i boschi e i villaggi vicino alla capitale. Dorme sugli alberi, impara a cacciare per mangiare, offre manodopera in cambio di un giaciglio, incontra persone, alcune lo aiutano, altre lo tradiscono. A non abbandonarlo mai è soltanto la voglia di vivere, la speranza di poter ancora scrivere il proprio futuro. Una storia commovente, emozionante, straordinaria e al contempo vera quella portata sul grande schermo dal regista Pepe Danquart, già vincitore di un Oscar nel 1994 per il cortometraggio “Schwarzfahrer", e sceneggiata da Heinrich Hadding, autore dello script del film "Hangtime" e dell'adattamento de "La papessa", e basata sul bestseller omonimo di Uri Orlev, il più importante scrittore israeliano per ragazzi, a sua volta ispirato alla vera storia di Yoram Friedman. E' l'odisseadi un bambino costretto a crescere in fretta, ma che in fondo rimane pur sempre un bambino, un innocente, voglioso di conoscere ed esplorare il mondo e , soprattutto, di sopravvivere.