San Fermo-Cavallasca, la fusione salta

Il ministero: «Non nascerà un nuovo Comune e quindi si dovrà rispettare il patto di stabilità». Ma la deroga ai vincoli economici era proprio il vantaggio che si sperava di ottenere dall’unione delle amministrazioni

C’è voluto un mese, ma la risposta dal Ministero degli Interni circa la possibilità di deroga dal patto di stabilità in caso di fusione per incorporazione è arrivata ieri e si tratta di un «no». Il verdetto è chiaro e non dà adito ad ulteriori dubbi: nessuna deroga al patto perché, secondo il ministero dell’Interno, che richiama anche una sentenza della Corte Costituzionale, la fusione per incorporazione «…non ha ad oggetto l’istituzione di un nuovo ente territoriale… le disposizioni che fanno riferimento al Comune istituito a seguito di fusione non sarebbero riferibili al comune incorporante, in quanto lo stesso non costituisce un nuovo ente».

«Ciò premesso, si ritiene che alla fattispecie della fusione per incorporazione non si applichi l’esenzione dal rispetto delle regole del patto di stabilità interno».La deroga al patto di stabilità era la conditio sine qua non per la fusione in tempi stretti, ovvero prima delle elezioni amministrative di maggio, quando si andrà a rinnovare il Consiglio comunale di San Fermo.

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