Immigrati: Cantù e Cernobbio
nel mirino di "Famiglia Cristiana"

Critiche del settimanale cattolico sul numero verde per segnalare gli appartamenti affittati a immigrati voluto dal sindaco brianzolo Tiziana Sala e il divieto di sposarsi nel comune lacustre se prima i vigili non hanno accertato la pulizia di muri e pavimenti nell’abitazione della coppia

CANTU' «Stiamo scivolando verso il baratro. Un clima di intolleranza si spalma per il Paese». Lo scrive il settimanale cattolico "Famiglia cristiana"  in un editoriale apparso nel numero del 6 dicembre, indicando tra i segnali dell’intolleranza che si diffonde anche il numero verde voluto dal sindaco Tiziana Sala affinché i canturini segnalassero alla polizia locale i casi sospetti di appartamenti affittati a immigrati irregolari: era questa, infatti, la motivazione con la quale lo scorso anno era stato avviato il nuovo "sportello" che tanto ha fatto discutere nella nostra città e non soltanto. E inserendo Cantù nell’elenco di quelle amministrazioni comunali leghiste prive di misericordia - come dice il settimanale cattolico - e che si caratterizzano per un «uso strumentale di ogni fantasia che passa per la testa».
Il primo cittadino, Tiziana Sala, preferisce non commentare le parole di "Famiglia cristiana" («Ho espresso più volte il mio punto di vista, non mi sembra il caso di ritornare a dire le stesse cose»), ma sul bilancio del servizio nega essersi trattato di un flop, come da più parti è stato sottolineato.
«Semplicemente - dice la Sala - il numero verde è stato utilizzato in maniera appropriata. Non ci sono state telefonate inutili. Anzi, proprio il  numero verde ha consentito alla polizia locale di individuare quei laboratori cinesi che rappresentavano una concorrenza sleale nei confronti dei nostri artigiani che vanno difesi soprattutto in questo periodo di crisi».
Nel mirino del settimanale anche Cernobbio: Città dei presepi o città dei divieti con azioni o, addirittura, deliberazioni contro gli extra-comunitari in un clima di intolleranza? La questione è finita in consiglio comunale. E’ stato il consigliere Domenico Zumbé a chiedere chiarimenti al sindaco Simona Saladini e, nonostante l’argomento non fosse all’ordine del giorno, c’è stata un’immediata precisazione atta a fugare qualsiasi proposito di discriminazione da parte della Città di Cernobbio nei confronti degli stranieri. Anzi, è stato evidenziato che un’elevata quota di matrimoni civili viene proprio riferita a non cernobbiesi, gente che in regola con le leggi, sceglie il centro rivierasco lariano per coronare un sogno d’amore e tra di essi ci sono stati molti personaggi famosi. Tra gli ultimi, la splendida modella venezuelana Keyla Espinoza protagonista di un indimenticabile calendario della rivista «For Men» andata sposa con Julio Cesar Boada Lopez, giocatore di baseball, anch’egli venezuelano. Nel mirino il divieto di sposarsi a Cernobbio se prima i vigili non avranno accertato la pulizia di muri e pavimenti nell’abitazione dlla coppia. Per il sindaco Saladini la realtà è ben diversa e non è in atto alcuna discriminazione nel segno dell’intolleranza.
Tutto si rifà a un colorito episodio accaduto mesi or sono in municipio con arresto di un promesso sposo, nigeriano, irregolare con precedenti giudiziari in corso, che avrebbe tentato di regolarizzare la posizione attraverso le nozze con una cittadina italiana. Levento aveva attirato l’attenzione sul fenomeno dei cittadini extracomunitari che convolano a nozze con l’intendimento di avviare il processo di regolarizzazione e il sindaco con un paio di disposizioni di servizio aveva richiamato l’attenzione dei responsabili degli uffici municipali sulla necessità di esercitare controlli. Ma attenzione anche al sovraffollamento di appartamenti affittati soprattutto a stranieri e all’insediamento in locali che non hanno tutti i requisiti per un vivere civile.
Le disposizioni firmate Saladini, diffuse a tappeto con un comunicato dell’addetto stampa del sindaco, hanno fatto un lungo giro e alla fine sono state recepite dal settimanale cattolico. Erano rivolte allo stato civile, all’anagrafe e alla polizia locale con richiamo alle prescrizioni di un decreto legge governativo poi convertito in legge. on tutta probabilità a generare la recente pubblicazione che in ambito nazionale ha gettato un’ombra su Cernobbio, è stata l’interpretazione del vero significato della fase più impegnativa dei controlli da parte della polizia locale per la salvaguardia dell’igiene pubblica e della salubrità ambientale con verifiche degli alloggi, d’intesa con i tecnici competenti, finalizzate a stabilire la fruibilità degli stessi e «constatare presso l’ufficio anagrafe se nell’abitazione indicata nella richiesta di residenza siano già presenti altre persone».

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