Sant'Anna bis, Como si arrende
I neonati saranno di San Fermo

Bruni: "Come sindaco e come comasco mi dispiace, ma pare che le normative non lascino spazi"

«Da sindaco e da comasco indubbiamente dispiace. Ma pare proprio che le normative non lascino spazi». La carta d'identità di tutti i neonati che verranno alla luce nelle sale parto del Sant'Anna bis riporteranno la dicitura “nato a San Fermo della Battaglia” e non “nato a Como”. All'indomani dell'ufficializzazione della novità, il primo cittadino di Como non nasconde una certa amarezza: «Abbiamo ragionato per trovare una soluzione - sottolinea Stefano Bruni - Alla fine, però, abbiamo dovuto prendere atto che non si può fare diversamente, perché lo impongono le norme. Come sindaco, ma anche come cittadino comasco - aggiunge -, non posso certo dire che non mi dispiaccia». La nuova struttura ospedaliera sorge interamente nel territorio del Comune di San Fermo e durante l'ultimo confronto tra l'amministrazione del paese e quella del capoluogo lariano è stata messa la parola fine alla telenovela “anagrafica” che da tempo teneva banco: tutti i bimbi (i lieti eventi saranno circa duemila all'anno) risulteranno formalmente nati a San Fermo della Battaglia. Un epilogo che sconfessa quanto sostenuto da più parti negli ultimi mesi. I vertici del Sant'Anna, per esempio, un mese e mezzo fa parlavano di «dubbi ormai svaniti» e assicuravano che sarebbe bastato un escamotage per permettere a Como di dare ancora i natali ai neonati venuti al mondo nella nuova struttura. Il “trucco”, in realtà, non è stato trovato e le garanzie messe nero su bianco nell'accordo di programma del 2003 sono rimaste lettera morta. La legge, infatti, non consente deroghe al principio della territorialità.

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