La vedova e il don Giovanni
Così sparisce mezzo milione

Sessant'anni, piemontese, ha raggirato una pensionata di Como. Nell'arco di cinque anni, è riuscito a farsi consegnare, dietro false promesse di matrimonio, un autentico patrimonio in contanti, titoli, assegni

COMO Cinquecentoquarantamila euro dissolti in pochi mesi sulla scia di promesse, invenzioni, fantasie.
Con l'accusa di circonvenzione di incapace, il tribunale preliminare di Como ha rinviato ieri mattina a giudizio il lecchese Lucio Camozza, 58 anni, novarese d'adozione, trapiantato già da qualche anno ad Arzachena, casa «pièd dans l'eau» di fronte al mare di Sardegna. Il prossimo 24 febbraio, comparirà davanti al giudice per essere riuscito, nell'arco di cinque anni, a farsi consegnare, dietro false promesse di matrimonio, un autentico patrimonio in contanti, titoli, assegni:a farglieli avere, convinta di avere trovato l'anima gemella con cui trascorrere serenamente gli anni della pensione, era stata una signora comasca di sessant'anni, prematuramente vedova, ex impiegata forse non ricchissima ma senz'altro facoltosa. Il risultato è che oggi la donna, cui Camozza, a leggere il capo di imputazione, avrebbe portato via davvero tutto, campa con una pensione per tre quarti "pignorata" dai creditori, costretta a chiedere aiuto a parenti e amici per arrivare alla fine di mesi sempre troppo lunghi. Il capo di imputazione racconta anche di una casa al mare ceduta dalla sera alla mattina pur di accontentare il bel Don Giovanni, che in un'area di servizio sull'Autolaghi, ricevette in "dono"un assegno di duecento milioni di lire, poco prima che entrasse in vigore l'euro. Speranza di rivedere qualche centesimo?«Poche», taglia corto Massimo Ambrosetti, l'avvocato che assiste la signora.
St. F.

© RIPRODUZIONE RISERVATA