Abbattuti sei storici platani
La Napoleona cambia volto

Non si tratta soltanto del taglio di alcuni alberi, ma anche di un cambio di prospettiva. Ora l'occhio di chi entra a Como da via Napoleona non si ferma più davanti alla barriera verde dei platani

COMO Non si tratta soltanto del taglio di alcuni alberi, già di per sé significativo visto che erano lì da oltre mezzo secolo, ma anche di un cambio di prospettiva. Ora l'occhio di chi entra in città da via Napoleona non si ferma più davanti alla barriera verde dei platani, ma spazia oltre, almeno nel tratto a ridosso dell'autosilo Val Mulini, dove si è concentrata la maggior parte degli "abbattimenti".
Ieri i giardinieri hanno concluso la loro opera lungo la trafficatissima arteria d'accesso alla convalle. A parte le proteste per le code causate dal restringimento della carreggiata, nessuno ha speso una parola per la sorte degli alberi rimossi. E dire che erano all'incirca coetanei del cedro del Teatro Sociale, attorno al quale invece si scatenò una battaglia d'opinioni dai toni accesissimi. I platani, a differenza della conifera, non sono però stati condannati da scelte urbanistiche, bensì da una brutta malattia e dal pericolo costituito da un loro eventuale crollo sulla sottostante linea delle Ferrovie Nord.
Le stesse Fnm avevano chiesto al Comune di effettuare dei controlli sugli alberi che sovrastavano la strada ferrata. «E dalla perizia svolta da Global Service - spiegano all'ufficio Giardini di Palazzo Cernezzi - era emerso che, su 61 platani presenti in via Napoleona, 6 erano in classe D, che significa "pericolo". Risultavano, infatti, affetti da carie di dimensioni tali da comprometterne la stabilità». Di conseguenza  per la mezza dozzina gravemente malata è stato deciso l'abbattimento, mentre i restanti 55 sono stati semplicemente potati. Inoltre, è stato rimosso un ippocastano morto.
Questa storia offre pure qualche spunto di riflessione sull'inquinamento della città. Non è facile per gli umani sopravvivere ai miasmi di strade trafficate come la Napoleona, figuriamoci per le piante. «È il tempo che gioca contro questi alberi - spiegano i tecnici - le carie si possono formare anche a causa delle potature subite. Ma certamente l'esposizione allo smog non può che aumentare il pericolo».
I platani della Napoleona non rientrano tra gli alberi monumentali, tutelati dalla soprintendenza ai beni paesaggistici, ma hanno comunque un'età ragguardevole. «La media poteva essere sui 60-70 anni» dicono sempre all'ufficio Giardini.
A proposito di età dei platani comaschi, nel 2011 verrà sottoposto a un lifting, cioè a una potatura, anche quello di piazza Camerlata, sotto il quale si narra che abbia fatto una pennichella Garibaldi, prima di raggiungere Giuseppina Raimondi a Fino Mornasco per celebrare le famose nozze durate «lo spazio di una sera». «Dalle dimensioni - osservano gli esperti - è verosimile che quell'esemplare sia ultracentenario, anche se non è facile giudicare dalla grandezza dei tronchi e della chioma, poiché in un ambiente fortemente urbanizzato gli alberi crescono meno rapidamente che in natura».
In ogni caso il "platano di Garibaldi" ha già raggiunto un traguardo importante, considerando che già per due volte è scampato all'abbattimento: negli anni Sessanta, quando intralciava i fili del tram, e qualche anno fa, quando gli stessi agronomi del Comune gli diagnosticarono una forma acuta di «stress da inquinamento».
Pietro Berra

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