Addio alle paratie automatiche
Ci saranno solo lastre di metallo

Il Comune cambia ancora idea: al posto dell'avveniristico sistema idraulico originale, ora sono previsti 500 panconi da posizionare a mano. Le barriere mobili rimarranno solo in piazza Cavour

COMO - In sedici anni (dal 1995) il progetto delle paratie antiesondazione è stato progressivamente modificato e stravolto e l'addio al muraglione (nel febbraio del 2010) ha decretato anche l'addio alle paratie automatiche con la sola eccezione di piazza Cavour.
A Palazzo Cernezzi negli anni scorsi il sistema idraulico sul lungolago veniva definito «opera senza eguali» e la spiegazione per i non addetti ai lavori era semplicissima: in pratica azionando i pulsanti nella centrale operativa (avrebbe dovuto essere costruita all'inizio dell'attuale primo lotto di cantiere) le barriere in acciaio si sarebbero dovute alzare automaticamente fermando l'acqua.
Nel settembre del 2009, la scoperta del muro realizzato sul lungolago e l'esplosione di un'ondata di polemiche senza precedenti in città che ha portato all'abbattimento del manufatto in cemento. In quel periodo sia dal Comune sia dalla Regione avevano parlato di addio a qualunque barriera fissa (leggi muri). Poi nel consiglio comunale del 21 dicembre 2009, pochi minuti prima della mezzanotte, il dirigente Antonio Ferro (responsabile del procedimento delle paratie) aveva usato per la prima volta la parola "panconi" e decretato il funerale delle paratie automatiche e avveniristiche.
In pratica le cosiddette "paratie a ventola" (illustrate anche nei cartelloni affissi sul cantiere) saranno sostituite da lastre di alluminio, ciascuna alta 30 centimetri e lunga 3 metri da appoggiare manualmente. Tecnicamente nessuno sa come sono fatti ed è stato affidato dal Comune un incarico ad hoc per la loro progettazione, visto che non esistono sul mercato. Più di 500 di questi panconi saranno tenuti in appositi magazzini (non si sa ancora quali), trasportati sul lungolago in caso di esondazione e posizionati utilizzando apposite guarnizioni nei vecchi parapetti in ferro modificati. A montarli saranno squadre di operai e l'idea è quella di creare un muro di alluminio per fermare l'acqua. I panconi sono contenuti nella perizia di variante non ancora approvata e, nei documenti, dovrebbero essere contenute anche le modalità di manutenzione e i relativi costi. Andrà infatti evitato che, al momento dell'utilizzo, le barre risultino rovinate rischiando di trasformarsi in una diga che fa acqua anziché trattenerla.
Questa soluzione verrà attuata sia nel tratto che va da piazza Cavour ai giardini a lago, sia tra piazza Cavour e Sant'Agostino. Il salotto buono sarà l'unico tratto dove resteranno le paratie automatiche che saliranno dal marciapiede incastrandosi in appositi cilindri verticali (le cosiddette "bitte") che, novità delle ultime ore, saranno più alti del previsto. Hanno un diametro di 88 centimetri e l'altezza da 120 centimetri salirà a 130 «a seguito di prescrizione regionale». Una volta alzate le paratie creano una sorta di semicerchio in acciaio. In origine era prevista, invece, la posa di una grande diga immersa nell'acqua proprio di fronte a piazza Cavour con un impatto estetico per la vista sul lago decisamente pesante.
Come detto, però due terzi dell'opera non avrà nulla di automatico. Per contro i costi sono ulteriormente aumentati e le ultime stime parlano di circa 23 milioni di euro. Ancora, però, nessuno sa quanto durerà il cantiere che avrebbe già dovuto essere ultimato nel gennaio scorso.
Gisella Roncoroni
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