Salamella, ma quanto mi costi?
Sagre: il conto è salato
Menù e prezzi nell'Erbese sfatano il mito delle cene a buon mercato
Un'industria della ristorazione quella messa in piedi da Pro Loco e altre associazioni con un introito anche di 15mila euro al giorno, e pranzi o cene che veleggiano oltre le 20 euro, in alcuni casi spendendo più che al ristorante.
Si va alle sagre per il fresco, per l'ambiente e perché mangiare costa meno. L'ultimo postulato è spesso però da sfatare. Un primo, un secondo e contorno alla Sagra del pesce d'inizio mese ad Alserio costa in totale da un minimo di undici euro (pasta al pomodoro, costine, patatine e acqua) ad un massimo di ventun euro (spaghetti allo scoglio, calamari, verdure e vino). Ad Alserio le porzioni sono buone, ma spesso e anche su questo aspetto giocano le cucine delle sagre, si mangia comunque in piatti di plastica e si viene serviti magari dopo 40 minuti.
Se ci si sposta a Valbrona per la Sagra della trota per un secondo di pesce, tipo le alborelle, più un contorno, le classiche patatine, si spende quasi dieci euro. Restando a Valbrona per la Festa della Libertà, la manifestazione della Lega Nord, una braciola con patatine costa sei euro e cinquanta. La differenza con un ristorante è presto fatta, se prendiamo a riferimento un hotel tre stelle sul lungo lago e confrontiamo un piatto scopriamo una distanza nei prezzi dall'euro a salire. Un lavarello alla piastra alla sagra dei pescatori di Valbrona costa 7,50 euro, ad un tre stelle 9 euro. Un fritto misto ad Alserio 7 euro, al ristorante 10. Cambiando hotel, restando in riva al lago, sempre tre stelle: un brasato con polenta costa 8 euro, alla festa della Lega Nord a Valbrona 6,50. Una trota al ristorante 9 euro, alla sagra del pesce 7.
Insomma i prezzi dei ristoranti sono concorrenziali: «Ormai è risaputo che le sagre siano salite nei prezzi, ma hanno comunque questa nomea di essere poco care che non più reale - spiega Flavio Guidi, titolare dell'Hotel Mirabeau di Civenna - Probabilmente si sono resi conto che i margini erano risicati. Poi ci si domanda cosa c'è nel piatto e che servizio offrono».
Giovanni Cristiani
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