Il sì degli svizzeri
Como nel Cantone

È vero che la richiesta di valutare i pro e contro dell'unione con il Canton Ticino, commissionata all'università della Svizzera Italiana, parlava solo di Varese e della Valtellina. Ma l'assenza di Como era solo per una questione logistica. Sta nel mezzo. Quindi era sottinteso che fosse inclusa nel pacchetto. 

COMO È vero che la richiesta di valutare i pro e contro dell'unione con il Canton Ticino, commissionata all'università della Svizzera Italiana, parla solo di Varese e della Valtellina. Ma l'assenza di Como è solo per una questione logistica. Sta nel mezzo. Quindi era sottinteso che fosse inclusa nel pacchetto.
«Non è che si sia voluta escludere la provincia di Como, anzi - si affretta infatti a precisare Roberto Badaracco, consigliere del Partito liberal radicale svizzero -. Certo che anche Como fa parte dell'opzione, ci mancherebbe, era dato per scontato. Varese e la Valtellina erano stati citati proprio per indicare i confini collegati nel progetto di unificazione. Se non si è capito lo spiegheremo chiaramente a fine settembre, quando ne parleremo in consiglio comunale».
Como tira un sospiro di sollievo. Non è la Cenerentola del gruppo. E se mai ci sarà una fusione, sarà della partita. Badaracco e il collega Giordano Macchi pensavano anche alla città del Volta mentre commissionavano alla facoltà di economia dell'università della Svizzera italiana lo studio per valutare i pro e i contro dell'unione sotto lo scudo rosso crociato.


Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola martedì 23 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA