Venduta ai russi la villa
che piaceva a Berlusconi

Ossuccio: una ragazza 21 anni appartenente a una tra le più facoltose famiglie moscovite, è la nuova padrona del Balbiano, una delle dimore più prestigiose del lago da 30 anni appartenente all'industriale tessile comasco Michele Canepa

OSSUCCIO Una russa di 21 anni appartenente a una tra le più facoltose famiglie moscovite con molti interessi nel mondo della cultura e dell'arte, proprietaria di lussuosi appartamenti a Londra e Roma è la nuova padrona del Balbiano, una delle dimore più prestigiose del lago da 30 anni appartenente all'industriale tessile comasco Michele Canepa al quale fa capo l'azienda tessile Taroni di Grandate.
I preliminari dell'atto erano stati sottoscritti a Roma lo scorso maggio, ma il passaggio vero e proprio della proprietà è avvenuto il 3 agosto per la ragguardevole somma di 38 milioni di euro.
«Si, è vero, ho venduto il Balbiano al quale ero molto legato - conferma Michele Canepa - ma sono contento perché la preziosa proprietà legata alla storia del Lago di Como va in buone mani. La signorina russa dal nome difficile da scrivere e da pronunciare è stata ammaliata dalle bellezze del luogo, sia della villa che del giardino e la mamma, donna di grande cultura, è rimasta colpita dalla storia della dimora. La ragazza è intenzionata a trasferirsi stabilmente da Mosca in Italia e sono quasi certo che prenderà la residenza a Ossuccio. Sono persone ricche, ma non famose, soprattutto estranee, per quel che mi risulta, agli scandali internazionali che spesso contraddistinguono certe famiglie. Penso che il passaggio di proprietà avrà risvolti positivi sia per Ossuccio che per il Lago di Como».
Il Balbiano, perla della Tremezzina, con ingresso dal numero 4 di piazza Cardinale a Ossuccio, è riconosciuto tra le più nobili dimore del lago. Nell'arco dei secoli è piaciuto a due cardinali, Tolomeo Gallio e Angelo Maria Durini, per non parlare dell'abate Giuseppe Parini e da ultimo Silvio Berlusconi che tre anni fa è sbarcato a Campo in incognita alla ricerca dell'affare, ma Canepa allora aveva rinunciato.
La proprietà occupa uno dei tratti più suggestivi della Zoca de l'Oli con bella vista sull'Isola Comacina da una parte e sulla punta di Balbianello dall'altra. Meraviglioso è il parco con glicini, la profumatissima olea fragrans, fontane, viali, siepi e pergolati con un giardino all'italiana e un ninfeo fiorito di iris azzurre.
Un autentico luogo di delizia le cui origini risalgono al XVI secolo. Nel 1596 fu venduta al cardinale Tolomeo Gallio per poi tornare alla famiglia Giovio e dal 1787 al cardinale Angelo Maria Durini che la arricchì secondo il gusto dell'epoca.
Suscitano ammirazione le sale con gli scenografici affreschi dei fratelli Recchi e le pareti dipinte dal Torricelli, per non parlare dei raffinati arredi e della collezione di stampe e opere dell'arte contemporanea.

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