Paratie, sei anni di cantiere
Vergogna, i turisti scappano

La capo delegazione del Fai Como e il direttore dell'hotel Palace dalla parte di Zambrotta («Meno male che si è mosso lui») e critici con il sindaco Bruni: «A rovinare il lungolago ci hanno messo pochissimo tempo, quanto ne devono impiegare per sistemarlo»

COMO L'unico che lascia il posto, Gianluca Zambrotta, è anche il solo che incassa consensi. Finiscono in disgrazia ancora una volta tutti gli altri: il sindaco Stefano Bruni e tutti i dirigenti, gli assessori e i progettisti che «profumatamente pagati», hanno distrutto il lungolago con la scusa di arginare le piene.
Perfino il capo delegazione del Fai Como, Anna Giussani, applaude e rimpiange l'erba sintetica con la quale il calciatore ha salvato almeno una parte del lungolago. «Ce ne vorrebbero di persone come lui - dice l'esperta di beni ambientali -. Si è speso in prima persona, mettendo anche tanti soldi e ha fatto quel che dovrebbero fare i politici. È inutile criticare sempre. Bisogna mettersi a fare qualcosa di concreto».
Secondo la Giussani sarebbe stato meglio anche lasciare il lungolago così com'era una volta piuttosto che lo scempio che ne è stato fatto.
«È una questione di rispetto ai turisti - spiega -. Le gru, per esempio, se io vado in Sardegna non mi aspetto di trovare le gru. Le fanno sparire d'estate e poi le ritirano fuori quando i turisti se ne vanno. A Como no».
In questo modo, secondo la Giussani, si leva tutto il fascino della città.
«Ci sono posti come Bellagio dove quando arrivi sembra subito vacanza. Anche a Varenna è così, ma basta raggiungere Cernobbio per respirare un'aria diversa da quella che c'è a Como».
A parte le cementificazioni selvagge nei paesi sul lago, il capo delegazione Fai di Como vede proprio il lungolago di Como tra le situazioni peggiori.
«Il problema è che alla fine ne risente il turismo - dice la Giussani -. E infatti chi viene scappa nella parte di viale Geno dove ancora di vedono le anatre, i cigni, le oche. Se si trovano davanti un muro o una palizzata di plastica o un cantiere ovvio che cambiano strada o città».
Bisogna far qualcosa subito, secondo Anna Giussani. «Bisogna trovare il sistema per riportare il lungolago alla normalità per la prossima estate, senza ulteriori ritardi. A rovinare il lungolago hanno fatto in frettissima. Quanto ci stanno mettendo a rimetterlo a posto?».
Anche secondo Robert Webber, direttore degli hotel Palace e Barchetta «questa palizzata che ci hanno messo davanti fa scappare i turisti. Noi abbiamo perso almeno tre grossi eventi al Palace perché sono venuti per ispezionare il sito e non hanno gradito affatto la location per mancanza di visuale sul lungolago. Per non parlare dei clienti persi dalla gelateria Ceccato per mancanza di passaggio di persone».

Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola giovedì 20 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA