L'amianto dei boss e La Ticosa
«Cinque anni senza la verità»

Quasi cinque anni dopo l'abbattimento della vecchia Ticosa il caso amianto torna in consiglio comunale. E ci torna con una serie di interrogativi messi nero su bianco dalla consigliera di "Per Como" Roberta Marzorati a pochi giorni dalle ombre tornate ad addensarsi sulla demolizione di uno dei simboli di Como.

COMO - Quasi cinque anni dopo l'abbattimento della vecchia Ticosa il caso amianto torna in consiglio comunale. E ci torna con una serie di interrogativi messi nero su bianco dalla consigliera di "Per Como" Roberta Marzorati a pochi giorni dalle ombre tornate ad addensarsi sulla demolizione di uno dei simboli di Como.
A citare i lavori nella tintostamperia comasca sono per primi i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Milano, nella loro informativa inviata alla procura sulle presunte malefatte della Perego. La nota si apre proprio ricordando quel cantiere sul quale, nel giugno 2007, proprio il Noe mise i sigilli.
«L'appalto - si legge - prevedeva la demolizione dell'immobile, la separazione del legno e del ferro, la riduzione volumetrica delle macerie». Con tanto di testimonianze di alcuni autisti. Ad esempio Paolo, di Montorfano, che racconta di aver partecipato alla «demolizione dell'ex stabilimento Ticosa» e di essere stato testimone di strani movimenti documentali: «Mi è capitato spesso che venissi distratto dal lavoro che stavo svolgendo e venissi inviato presso i vari cantieri a consegnare i formulari precompilati o blocchetti in bianco».
La Marzorati, che di professione è medico, parte da una domanda basata su dati scientifici e, in dettaglio su un campionamento casuale dell'aria del 28 marzo 2007 (esattamente due mesi dopo l'avvio delle demolizioni) che aveva rilevato «una concentrazione di 0.4 fibre/litro di amianto di cui 75% anfibolo e 25% di crisotilo»). Già il 3 aprile, però, il dato si era drasticamente ridotto tornando a livelli normali. «Un dato così alto - spiega la consigliera - non è mai stato rilevato in nessuna città della Lombardia, senza contare che le percentuali sono molto strane, come ammette la stessa Arpa. Io voglio sapere che fine ha fatto quell'amianto, rilevato il 28 marzo e sparito il 3 aprile».
Nell'interrogazione rivolta al sindaco Stefano Bruni chiede «dove sono stati portati i detriti dall'inizio della demolizione fino al termine delle operazioni di smaltimento, con i quantitativi di ogni viaggio, allegando le diverse bolle di accompagnamento dei camion, soprattutto prima della data 3 aprile, quando la centralina Arpa è tornata a rilevare valori normali di fibre amianto».

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