Sciopero, trasporti paralizzati
E lunedì tocca a uffici e scuole

Funicolare ferma. Battelli in porto. Bus, tutti o quasi, nei depositi. Sullo sfondo, treni a singhiozzo a chiudere il quadro. Lo sciopero generale del trasporto pubblico indetto ieri dalle tre sigle sindacali ha bloccato pressoché interamente le autolinee urbane e la navigazione lariana, lasciando i pendolari in balia delle poche corse, strapiene, programmate nelle fasce protette.

COMO Funicolare ferma. Battelli in porto. Bus, tutti o quasi, nei depositi. Sullo sfondo, treni a singhiozzo a chiudere il quadro. Lo sciopero generale del trasporto pubblico indetto ieri dalle tre sigle sindacali ha bloccato pressoché interamente le autolinee urbane e la navigazione lariana, lasciando i pendolari in balia delle poche corse, strapiene, programmate nelle fasce protette. L'adesione, come del resto è stato giovedì in occasione della protesta degli autisti delle linee extraurbane, è stata altissima.
«I battelli, nella giornata di ieri, erano tutti fermi», sottolinea Marco Fontana, della Filt Cgil di Como. Un blocco della navigazione del Lario pari al 100%, che ha risparmiato solo i natanti usciti dalle rimesse prima delle 9 del mattino e tra le 17.55 e le 20.55. Lo stesso risultato, cioè totale fermo delle macchine, per la funicolare che collega Como a Brunate, «ferma durante tutto il periodo di astensione dal lavoro», dice ancora Fontana. A singhiozzo, a esclusione dei regionali, i treni di Ferrovie Nord e Trenitalia, così come adesione pressoché totale alla protesta da parte dei 114 autisti delle linee urbane di Asf.
«A eccezione di qualche defezione a Cantù - afferma Patrizio Chiappa, dell'rsu dell'azienda - l'adesione allo sciopero è stata quasi unanime. Gli autisti, in un momento delicato come quello attuale, hanno dimostrato una grande compattezza, scegliendo di aderire in massa all'agitazione». Pur rispettate le fasce protette (fino alle 8.30 e dalle 16.30 alle 19.30), i disagi per studenti e lavoratori non sono mancati, con corse affollate fino all'inverosimile e soppressioni in massa a determinare il giorno più lungo per i pendolari di Como. Anche se nelle scuole superiori le assenze sono rimaste entro limiti "fisiologici". Senza contare che alcune avevano programmato le assemblee di istituto e quindi non hanno nemmeno registrato le presenze.
«È chiaro che i disagi ci sono stati. La gran parte delle persone ha capito le ragioni di una categoria che, oltre alle difficoltà connesse alla manovra del governo Monti, deve confrontarsi con un contratto scaduto da tre anni», chiude Chiappa. L'adesione, nel caso delle autolinee urbane, è stata stimata oltre il 90%.

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