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Venerdì 13 Aprile 2012
Gli albergatori: «Paratie inutili
Oggi il lago non esonda più»
«Opere di difesa dalle esondazioni del lago: un progetto infelice è diventato obsoleto». È una delle affermazioni degli albergatori e degli operatori turistici contenuta nel documento di osservazioni e di proposte che sta circolando tra le associazioni.
Proprio ieri alle ore 16, il fiume Adda è tornato indietro, invece di gettarsi nel lago: il sito del Consorzio ha registrato un afflusso negativo di 13,6 metri cubi d'acqua al secondo.
In pratica, non entrava neppure un filo nel bacino, nonostante due giorni di pioggia. Un'ora dopo, la situazione è tornata positiva, ma precaria: entravano 11 metri cubi d'acqua al secondo e ne uscivano 50, dati estremo.
Appare piuttosto il rischio dell'acqua bassa e l'ipotesi è che fino al prossimo diluvio potrebbero non verificarsi più esondazioni. Se non entra una bomba d'acqua, nel mezzo di fenomeni meteo imprevedibili ed eccezionali, il lago resta sotto controllo, perché il Consorzio dell'Adda ha messo a punto un modello di regolazione del lago fondato su previsioni ed elaborazioni sofisticate. Infatti, nonostante precipitazioni a carattere d'alluvione in questi anni, l'ultima vera piena risale al 26 novembre del 2002 e le paratìe, se ci fossero state, non l'avrebbero potuta contenere. «Il dato progettuale delle paratie è superato», constatò l'allora presidente del Consorzio dell'Adda, Gianni Del Pero.
Un concetto riportato nel documento degli albergatori: «La relazione idraulica del progetto, datata 1997, sintetizza la logica seguita nel definire i criteri di difesa dalle esondazioni - è il passaggio - Protezione attiva, ovvero contenimento dell'acqua e non passiva, ossia strategie per limitare gli effetti prodotti dalle esondazioni. I dati utilizzati per definire il livello di protezione fanno riferimento all'analisi statistica di rilevazioni relative al periodo 1946 - 1988». Da allora, sono cambiati il clima, lo scenario di previsione climatologica e di gestione del deflusso delle acque «tanto che da allora - continuano gli operatori - entità e frequenza delle piene sono diminuite».
Ma in caso di piena, la protezione è costituita da «un antiquato sistema di contenimento manuale - sottolineano - cioè da 695 panconi di 46 chilogrammi cadauno, di 3 metri di lunghezza, da posizionarsi manualmente in appositi gargami in condizioni di emergenza climatiche».
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