Como, sparò a una bambina
L'accusa è tentato omicidio

Fissata per il 31 gennaio l'udienza preliminare a carico dell'uomo che, la notte della semifinale Italia-Germania, ha imbracciato una carabina ed esploso almeno sei colpi dalla finestra

COMO Si svolgerà il prossimo 31 gennaio l'udienza preliminare nei confronti di Leonardo Zarrelli, 50 anni, accusato di aver sparato a Denise Carnazzola, 10 anni, durante i festeggiamenti dopo la vittoria dell'Italia contro la Germania avvenuti nella serata del 28 giugno scorso a Monte Olimpino.

Il reato contestato è tentato omicidio: secondo l'accusa, Zarrelli avrebbe volontariamente sparato ad altezza uomo. Ma al contrario di quanto sostenuto dall'uomo, difeso dall'avvocato Massimo Di Marco, non avrebbe mirato a una lattina di birra appesa sopra un portasalviette, bensì a un cittadino nordafricano, suo vicino di casa, con il quale aveva avuto un litigio nell'ottobre dello scorso anno.

Non uno, ma almeno sei furono i colpi sparati dalla finestra della sua abitazione da Zarrelli. E uno di questi ha colpito il vetro della portiera posteriore sinistra della Volkswagen New Beetle, finendo poi per ferire la sfortunata Denise alla spalla sinistra. 

In realtà l'uomo - sempre secondo le accuse - avrebbe visto il nordafricano camminare in strada e, approfittando della confusione per i festeggiamenti della vittoria della nazionale di calcio, avrebbe mirato e sparato. Forse le sue intenzioni non sarebbero state nemmeno quelle di uccidere, ma semplicemente di ferire.

Un'ipotesi da sempre contestata sia dall'accusato, sia dal suo avvocato difensore Massimo Di Marco. Ovviamente la volontà sarebbe quella di dimostrare come Zarrelli non avesse alcuna intenzione di sparare a nessuna persona - men che meno alla sfortunata Denise, la cui unica colpa era quella di passare di lì festeggiando - e che si sia quindi trattato di un incidente.

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