Il sindaco di Como: «Paratie
denuncio i progettisti!»

È scontro tra il sindaco Stefano Bruni e i tre progettisti originari dei lavori per le paratie antiesondazione ideati nel 1994

COMO È scontro tra il sindaco Stefano Bruni e i tre progettisti originari dei lavori per le paratie antiesondazione Renato Conti, Ugo Majone e Carlo Terragni. Il primo cittadino è deciso a portare i tre in tribunale per contestargli una serie di mancanze progettuali. E su questa decisione i soliti bene informati parlano anche di pressing intenso della Regione.
Durante il consiglio comunale di lunedì sera l'architetto Conti, anche a nome dei colleghi, ha lanciato più di un affondo. Parlando del progetto che risale al 1994 («a cui abbiamo lavorato per dieci anni» ha detto che «prevedeva su tutto il fronte lago paratie che scomparivano quando non servivano» e ha spiegato che tutto è proseguito con «un iter caratterizzato dalle pressioni per restare nel budget e con finanziamenti via via tagliati». Le opere accessorie e la scultura del Somaini sono state eliminate.  Conti ha puntato il dito sul 2004 quando ai tre progettisti venne revocato l'incarico per la direzione lavori, successivamente affidato al dirigente comunale Antonio Viola.
«Da allora - ha detto Conti - non abbiamo più potuto fare nulla e secondo noi il progetto è cambiato radicalmente e sostanzialmente. Ad esempio con l'accettazione da parte del comune di sostituire le paratie in calcestruzzo armato con quelle in ferro e ancora di più sostituire i muri in pietra di Moltrasio con pannelli prefabbricati. Quest'ultimo è l'elemento che più concorre a squalificare l'opera. Il muro non ha nulla a che vedere con quello che avevamo previsto noi:  né per dimensioni, né per cubature né per altezze, che erano assurde».
Durissimo il sindaco: «Replicherò punto su punto alle imprecisioni dette. Conti è venuto qui a dire che nel loro progetto iniziale c'era un parallelepipedo (l'architetto lo ha citato diverse volte spiegando come era stato modificato il progetto con l'eliminazione della scultura del Somaini, ndr) e come fanno quindi a dire che non prevedevano un muro? Loro sono fuori dal progetto e lo stanno contestando in tutti i modi. Avvieremo una causa legale nei loro confronti». Bruni l'aveva già detto in passato, ma questa volta è deciso ad andare fino in fondo. Non va dimenticato che il progetto Conti-Majone-Terragni era stato validato anche da una società esterna, la Inarcheck.

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L'intervento di Conti
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