L’ultima sul tesoro di Chiasso:
un attacco finanziario agli Usa

Fissato in settimana l’interrogatorio dei due giapponesi fermati con i bond

Saranno interrogati nei prossimi giorni, forse entro mercoledì, i due misteriosi «uomini d’affari» giapponesi intercettati sul treno per Chiasso con 134,5 miliardi di dollari in Bond della Federal Reserve, ovvero titoli di credito per un valore che - in euro - supera di slancio i 90 miliardi. Dalla procura di Como, a dispetto del riserbo assoluto sulla vicenda, trapela la notizia di una convocazione davanti al magistrato titolare dell’inchiesta (Daniela Meliota) dei due "ricchi" giapponesi. Entrambi, nei prossimi giorni, dovrebbero comparire, assistiti dal loro legale (l’avvocato canturino Massimo Schipilliti), davanti agli investigatori lariani per chiarire il giallo del tesoretto intercettato al confine dalle fiamme gialle e dai funzionari della dogana. Un appuntamento molto atteso, in vista del responso ufficiale degli inquirenti americani - anche questo annunciato in ogni caso entro pochi giorni - sull’autenticità dei bond griffati Fed.
Tra le numerosissime ipotesi di complotto di cui si è riempito internet dopo il fermo dei 134,5 miliardi di dollari quella che va per la maggiore è il tentativo di mettere in difficoltà le finanze Usa. A sostegno di questa tesi ci sarebbero le dichiarazioni del direttore del Fondo Monetario Internazionale, Strauss-Kahn, che il 9 giugno (poco dopo il sequestro) aveva riferito che alcuni investitori sarebbero intenzionati a disfarsi dei titoli di debito del Tesoro Usa perché timorosi di un peggioramento del deficit degli Stati Uniti. Il giorno successivo anche la Banca Centrale di Mosca ha annunciato l’intenzione di ridurre gli investimenti in buono del tesoro americano per un valore - sostengono alcuni - curiosamente molto simile a quello dei bond sequestrati a Chiasso.

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