’Ndrangheta, la difesa sminuisce le condanne

Dopo i 162 anni inflitti dal gip in udienza preliminare

Tutti gli imputati sono stati condannati a 162 anni complessivi di carcere e il giudice ha ritenuto sussistere il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Ma all’indomani della sentenza del gip per i riti abbreviati dell’inchiesta Insubria - sulle infiltrazioni nel Comasco e in Brianza della ’ndrangheta - la difesa punta l’accento sulla discrepanza tra le condanne chieste dal pm e quelle inflitte dal giudice. Condanne, va specificato, che comprendono lo sconto di un terzo previsto dal giudizio abbreviato.

L’avvocato Simone Gatto, che difende Michelangelo Chindamo - ritenuto il capo della “locale” di Fino Mornasco - evidenzia l’assenza dalle accuse di qualsiasi traffico di droga, che è il principale sistema di sostentamento delle cosche e definisce l’associazione per delinquere “soltanto folk e di mangiate”. Secondo il legale sarebbero più circoscritte e gravi le accuse contestate nell’ambito dell’altra inchiesta sulle infiltrazioni mafiose, l’inchiesta Infinito.

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