Addio al poliziotto-atleta: aveva 49 anni

Stefano Moro è stato colpito nel sonno sei mesi fa da un attacco cardiaco e non si è più ripreso. Viveva a Prestino: «L’unico “vizio” era la passione sportiva». Lascia la moglie e le figlie di 17 e 13 anni

La scrivania vuota da sei mesi. I colleghi la guardano. Ma ora Stefano non c’è più, andato via in silenzio, quasi senza disturbare, in punta di piedi.

Stefano Moro aveva solo 49 anni. Giovedì sera il suo cuore ha smesso di battere. Una morte improvvisa, ma purtroppo non inattesa. Infatti Stefano non si era mai ripreso da quel terribile arresto cardiaco che lo aveva colpito lo scorso novembre, mentre stava dormendo nel letto della sua casa a Prestino, una domenica mattina.

Stefano Moro era un agente della polizia postale di Como. Originario di Dalmine, in provincia di Bergamo, abitava a Como da quasi 30 anni. Qui ha sposato la moglie Paola e ha avuto due figlie, Francesca e Arianna, di 17 e 13 anni.

La scrivania vuota è quella del suo ufficio, nella sede della polizia postale dove aveva preso servizio una decina di anni fa e dove i colleghi non hanno mai smesso di aspettarlo, anche se sapevano benissimo che la speranza era ridotta al lumicino.

«Dire che era un ottimo collega è riduttivo - hanno raccontato i colleghi della polizia - Era davvero un uomo d’altri tempi, preciso, educato, equilibrato. Una persona a modo. Senza vizi. Anzi, noi lo prendevamo in giro perché il suo unico “vizio”, se così si può dire, era lo sport».

Anche in questo caso, era uno sportivo “d’altri tempi”, un gentleman anche nell’attività agonistica.

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