Autosilo gratis per il tribunale
Lucini: «Sentenza ingiusta»

Il sindaco: «Una lettera di vent’anni fa non può essere considerata una convenzione»

E annuncia battaglia legale: il Comune ricorrerà in appello per ribaltare la decisione

Il sindaco Mario Lucini non si arrende ed è deciso a dare battaglia in ogni sede sulla sentenza che dà ragione ai dipendenti del tribunale, consentendo così la sosta gratis all’interno dell’autosilo di via Auguadri. «Siamo sconcertati dalle motivazioni della sentenza - sbotta il primo cittadino - e non riteniamo proponibile che una semplice lettera di vent’anni fa possa essere considerata alla stregua di una convenzione. Quella che è in gioco è una questione di equità e quindi non ci fermeremo».

E da qui Lucini chiarisce anche i prossimi passi di Palazzo Cernezzi: « Per questo ricorreremo, contro una decisione che non riteniamo rispettosa dell’uguaglianza tra i cittadini».

La durissima presa di posizione del numero uno del Comune di Como arriva all’indomani del deposito della sentenza del giudice del lavoro Marco Mancini, a cui si erano rivolti i dipendenti del tribunale dopo che l’amministrazione aveva chiesto il pagamento del parcheggio. La causa vede coinvolti il ministero di Grazia e Giustizia e, in seconda battuta, il Comune di Como e Csu, gestore dell’autosilo.

La querelle è andata avanti per parecchio tempo e le prime polemiche erano esplose già durante l’amministrazione Bruni.

Poi era stato Lucini a togliere, dallo scorso gennaio, gli abbonamenti gratuiti ai dipendenti che avevano avviato una vertenza legale per ottenere quello che, secondo loro, era un diritto acquisito.

Nei giorni scorsi sono state rese note le motivazioni della sentenza del giudice del lavoro che aveva accolto, la scorsa estate, il ricorso dei dipendenti. Il giudice, infatti, ha riconosciuto l’esistenza di una convenzione tra Comune e Ministero di Giustizia, relativa all’impegno dell’ente locale a riservare e garantire 200 posti auto ai magistrati e ai dipendenti del palazzo di giustizia.

Una convenzione mai firmata né formalizzata, ma che secondo il giudice esiste di fatto e accettata attraverso lo scambio di note tra organi rappresentativi dell’uno e dell’altro ente. Note scritte che dimostrerebbero, a giudizio del magistrato lariano, la volontà da entrambe le parti di raggiungere un accordo poi in realtà mai formalmente ratificato.

Ma non basta. Nelle motivazioni, il giudice ha anche tirato le orecchie al sindaco e all’amministrazione spiegando che sono usciti dai limiti dei loro poteri, quando hanno deciso unilateralmente di trasformare la sosta dei dipendenti del ministero da gratuita a pagamento. La sentenza dice in buona sostanza che all’interno dell’autosilo comunale esistono 200 posti auto sui quali Palazzo Cernezzi non ha alcun diritto e alcun potere, in quanto non sono nella disponibilità dell’amministrazione cittadina. Dal punto di vista giuridico, in ogni caso, la sentenza ha stabilito che quei posti auto sono dati in comodato e dipendenti erano e sono i beneficiari gratuiti.

Ma, come detto, il sindaco è deciso ad andare fino in fondo, convinto di poter ribaltare la sentenza in appello. Tra l’altro, l’amministrazione comunale farà pesare il fatto che il Comune di Como non riceve da tempo i contributi dal ministero della giustizia e provvede anche ai costi di manutenzione della struttura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA