Benzina, stesse marche
in cinque città lombarde
Como sempre la più cara

La beffaConfronto tra capoluoghi: lariani penalizzati

Braga (Pd) chiede chiarimenti sulle anomalie nei prezzi

«Segnalo il caso al ministro dello Sviluppo economico»

Stessa compagnia, prezzi diversi. Il costo del pieno di carburante varia, a seconda della città, anche se ci si rivolge a distributori con lo stesso marchio. Ma una costante c’è: il prezzo più alto si registra sempre a Como. E così la beffa per gli automobilisti è servita.

Ieri avevamo proposto un confronto dei prezzi tra città diverse, prendendo a titolo di esempio Eni, uno dei marchi più diffusi. Oggi riportiamo - nel grafico a destra - anche i dati di altre compagnie, ed emerge in modo ancora più chiaro quanto la nostra città sia penalizzata. A parità di marchio, il prezzo applicato a Como è sempre più alto rispetto alle altre città. Le cifre sono quelle registrate dall’Osservatorio del ministero dello Sviluppo economico e si riferiscono al “self service”.

I conti non tornano

Un litro di benzina al distributore Total Erg di Como costa 1,559 euro mentre alla pompa di Varese (stessa marca) 4 centesimi in meno, lo stesso a Monza, mentre 3 centesimi in meno a Sondrio e 2 centesimi in meno a Lecco. Passando alla compagnia Q8, si scopre che un litro di benzina a Como costa 5 centesimi in più rispetto a Varese e 4 in più rispetto a Sondrio. Ma i casi più eclatanti sono quelli di Esso e Ip. Al distributore Esso di via Canturina la benzina ieri costava 1,609 euro al litro mentre a Varese addirittura 8 centesimi in meno, a Lecco e Monza 7 in meno. Passando a Ip, ci sono addirittura 10 centesimi di differenza tra Como e Varese e lo stesso tra Como e Monza, mentre 8 centesimi di divario tra Como e Lecco. Calcolando i classici 40 litri per un pieno, si arriva a 3-4 euro di differenza per ogni rifornimento.

Come si spiega questa situazione? Secondo le compagnie petrolifere non influisce la carta sconto benzina, tanto che a Varese - dove pure sono in vigore le agevolazioni - i prezzi risultano più bassi.

Ma allo stesso modo è difficile credere che tutto dipenda da un deficit di concorrenza, anche se è vero che a Como sono poche le pompe di benzina in funzione rispetto alle città vicine (il ministero ne conta 13, contro le 23 di Varese che ha una popolazione simile alla nostra e le 15 pompe di Lecco che ha solo 48mila abitanti contro gli 85mila di Como).

Si muove la politica

Chiede risposte certe su quanto sta accadendo nel capoluogo anche la deputata Chiara Braga (Pd): «Siamo impegnati a ripristinare le risorse per garantire il funzionamento della carta sconto - dice Braga - ma al tempo stesso è doveroso far luce su queste discrepanze registrate nei prezzi di Como. Segnalerò le discrepanze al ministero dello Sviluppo economico. Esiste un Osservatorio che effettua un monitoraggio costante e molto utile, proprio sulla base dei dati riportati in questi giorni sorgono dubbi legittimi e da chiarire».

Oggi intanto il consigliere regionale Daniela Maroni incontrerà i gestori delle stazioni di servizio, alle 20.45 nella sede di Confcommercio Como, per un aggiornamento sulla carta sconto. Maroni è anche presidente provinciale della Figisc (i gestori aderenti a Confcommercio).

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