Cadavere nel bosco di Mozzate
«Quel morto non è mio marito»

La moglie non lo ha riconosciuto, la Procura ha disposto nuovi accertamenti

Si infittisce il mistero del cadavere trovato la mattina di Ferragosto nel bosco stretto tra Locate Varesino, Mozzate e la provincia di Varese.

Mentre l’autopsia non chiarisce del tutto le cause del decesso, la moglie di Michele Nigro dice ai carabinieri: «Quello non è mio marito».

La presunta identità del corpo ritrovato casualmente nell’area conosciuta come “la zona dell’auto bruciata”, era stata ricostruita dalla carta d’identità trovata nella tasca dei pantaloni del cadavere riverso prono a terra, in mezzo al bosco già teatro - negli anni passati - di macabri ritrovamenti e di non poche tragedie.

Un’identificazione comunque non agevole: il corpo, infatti, si trovava da giorni nel luogo dov’è stato ritrovato e il caldo d’agosto ha accelerato la decomposizione del cadavere rendendo particolarmente complicato il riconoscimento. Il ritrovamento della carta d’identità di Michele Nigro e la denuncia di scomparsa, presentata l’otto agosto scorso ai carabinieri di Somma Lombardo, dove l’uomo risiede e da dove è scomparso, avevano convinto gli inquirenti a ipotizzare di essere riusciti a identificare il corpo ritrovato la mattina di Ferragosto.

Il mancato riconoscimento da parte della moglie ha però aggiunto un ulteriore velo di mistero al caso. Che va ad aggiungersi al fatto che l’anatomopatologo incaricato dalla Procura di eseguire l’autopsia, non se l’è sentita di sciogliere definitivamente la prognosi sulle cause della morte.

Sarebbe esclusa la morte violenta, ma si dovranno attendere ulteriori accertamenti per sciogliere il giallo. Lo stesso discorso vale anche per il riconoscimento definitivo del cadavere: il pm di turno ha infatti disposto un esame del dna, comparandolo con alcuni reperti acquisiti dai carabinieri a casa dell’uomo di 48anni scomparso da Somma.

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