Tentano la fuga con l’ostaggio
Terrore in banca: presi i rapinatori

Cadorago, assalto giovedì mattina alle nove al Banco Desio di via Mameli. Un impiegato fa scattare l’allarme. I carabinieri circondano la filiale, esplodono le banconote: arrestati i malviventi, nessun ferito

Si è conclusa con due arresti la rapina tentata giovedì mattina pochi minuti dopo le nove alla filiale del Banco Desio di Cadorago, in via Mameli.

I carabinieri, al culmine di un’operazione che ricorda certe cacce al ladro dei tempi bollenti della mala milanese, hanno fermato due persone, entrambe ricercate: si tratta di Oscar Maurizio Claudio Beccalli, 48 anni di Milano,e di Maurizio Tripi, veneziano che propri oggi, in carcere, festeggerà il suo 47esimo compleanno. Sono rapinatori di professione, gente che davvero sembra uscita da un film degli anni Settanta.

Basti ricordare il motivo per il quale da mesi la Procura di Milano li stava cercando: devono scontare pene definitive per vari assalti, tra i quali quello celebre al caveau della filiale Intesa di Milano tra via Ponti e via Binda, nell’ottobre del 2010, quando 40 carabinieri armati come parà a Mogadiscio circondarono la banca in pieno giorno, finendo per ammanettare tuta la banda, capeggiata dal fratello di Beccalli, che impartiva disposizioni via walkie talkie. Mentre i sei erano chiusi in banca ad aspettare l’apertura temporizzata del caveau, squillò il cellulare di Tripi. Era un maresciallo dell’Arma. Gli disse: «Siamo i carabinieri, abbiamo circondato la zona. Arrendetevi».

Ieri mattina a Cadorago,i due hanno agito applicando un piano d’azione più classico: capelli e barbe finte, pistola e taglierino in pugno, hanno fatto irruzione nei locali mentre la filiale era in piena attività. C’erano quattro impiegati e tre clienti in attesa, tutte donne. Uno dei dipendenti, consegnando il denaro (9200 euro in contanti) e applicando alla lettera la procedura d’emergenza, ha inserito tra i soldi buoni anche una mazzetta “pilota”, dotata di un dispositivo che innesca un’esplosione temporizzata non appena il denaro varchi la soglia dell’istituto. Il botto determina la fuoriuscita di un inchiostro che macchia i soldi indelebilmente.

Non solo: oltre a consegnare la mazzetta, ha avuto anche la prontezza di attivare il sistema d’allarme silenzioso, di fatto comunicando quello che stava succedendo. È stato il brigadiere in servizio alla centrale operativa di Cantù ad attivare le procedure previste in questi casi, facendo convergere su Cadorago tutti gli equipaggi disponibili. Così, cinque minuti dopo, in via Mameli si nascondevano militari delle stazioni di Lomazzo, Fino Mornasco, di Appiano e Cermenate, assieme ai colleghi del Radiomobile canturino.

I rapinatori se ne sono accorti una volta all’esterno della banca, mentre cercavano di portarsi via una cliente per coprirsi la fuga. Visti i militari, Tripi e Beccalli, sono rientrati in tutta fretta. Secondo quanto ricostruito ieri dal comando compagnia di Cantù, si sarebbe a quel punto innescata una sorta di trattativa, conclusa con l’esplosione della mazzetta pilota. I due rapinatori sono caduti a terra. Una frazione di secondo più tardi i carabinieri gli erano addosso. Non si registrano feriti.

S. Fer.

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