Catturare i fulmini e riuscire a deviarli
La scoperta è di un ricercatore comasco

Lo studio è stato portato avanti dal fisico assieme a un collega in Canada. «Si basa su una tecnica laser che per il momento è stata applicata soltanto in laboratorio»

C’è un comasco che in Canada riesce a catturare i fulmini e deviare il loro percorso. Questo non è il racconto fantascientifico di un supereroe con i suoi superpoteri, ma è lo studio di un ricercatore universitario nostrano di 34 anni, Matteo Clerici. Quando una scarica elettrica cade dal cielo è impossibile prevedere il suo esatto percorso e il punto preciso che colpirà, non bastano tutti i parafulmini del mondo per domare con certezza questa forza della natura.

Vicino a Montrèal

Su scala più piccola invece Clerici ci riesce. «Utilizzando una particolare tecnica laser – spiega il fisico all’université Inrs, énergie matériaux telecomminications research centre, non lontano da Montrèal - è possibile determinare la traiettoria e il punto d’arrivo di una scarica elettrica. Sono degli impulsi che sperimentiamo in laboratorio, quindi il tragitto dei nostri fulmini è breve, una manciata di centimetri, non abbiamo gli strumenti per controllare chilometri di cielo, ma la teoria funziona, è estendibile alla volta celeste». Lo strumento usato da Clerici e dal suo collega Roberto Morandotti si chiama Alls, advanced laser light source, il loro studio è stato pubblicato a giugno sulla rivista Science advances. «Sono dei fasci, degli archi elettrici – dice ancora il fisico comasco – che concentrano la luce lungo una curva, le diverse intensità riescono a guidare il fulmine. Quindi siamo capaci di far fare alla scarica un percorso rettilineo, oppure una traiettoria parabolica, riusciamo magari ad evitare un ostacolo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA