Cernobbio, Maroni contro Renzi
«Così più tasse e chiudo ospedali»

Il presidente lombardo boccia la legge di stabilità: «Conseguenze catastrofiche anche per una Regione virtuosa come la nostra». Il Pd: «Non esageri, prima c’è molto da tagliare, a cominciare dalle partecipate e dalle spese propagandistiche

Se resta così la legge di Stabilità “avrà conseguenze catastrofiche in Lombardia”: lo ha detto il presidente lombardo Roberto Maroni arrivando al Forum della Coldiretti in corso a Villa d’Este, spiegando che da una prima valutazione «si rischia la chiusura di almeno 10 ospedali, l’aumento dei ticket, delle addizionali Irap e Irpef e tagli a infrastrutture e trasporti».

«Fra ieri e oggi abbiano fatto i conti e sono drammatici: Renzi ha fatto una manovra da 4 miliardi di euro addebitando degli sprechi alle Regioni, che in Lombardia non esistono», ha tuonato il “governatore”.

«La Lombardia è virtuosa e questa manovra rischia di non farci più fare molte cose», continua il presidente lombardo, durante il dopo Giunta odierno, a Palazzo Lombardia, a Milano. Secondo Maroni, dietro i tagli alle Regioni proposti dal premier Matteo Renzi c’è un «disegno per dimostrare che le Regioni sono centri di spreco e, quindi, il passo successivi sarebbe quello di ricentralizzare tutto, come hanno fatto con le Province, e azzerare le Regioni». «La strada da seguire è il contrario, quella dei costi standard, che sono la soluzione». Negli ultimi anni, «le Regioni hanno ridotto le spese del 38%, lo Stato del 13%. Far credere che le Regioni sono centri di spreco è un’operazione demagogica», ribadisce. «Non sono disponibile a fare l’esecutore testamentario della Regione virtuosa che governo. Io sono qui per realizzare il programma di governo» lombardo, spiega Maroni.

”Se passa l’idea che la Lombardia è poco virtuosa, che non aumenta l’efficienza ma aumenta le tasse per sostenere l’inefficienza, io non sono disponibile a sostenere condizioni del genere, sarebbe fare il killer della Regione più virtuosa d’Italia e io non sono un killer».

«Sfido Renzi ad applicare i costi standard, il governo dovrebbe costringere le Regioni sprecone ad applicarli ma è più facile non farlo» ha aggiunto Maroni. «Spero che il confronto con il governo sia reale i ministri del Ncd a Roma diano voce alla nostra richiesta di ridurre i danni».

Ma il Pd lombardo non ci sta alle catastrofiche previsioni del “governatore”: «Maroni non esageri, la chiusura degli ospedali è una minaccia infondata. Prima di arrivare a misure così drastiche c’è parecchio altro da tagliare, a partire dal sistema delle partecipate, più volte oggetto di scandali, e dalle spese propagandistiche, come i trenta milioni per il referendum o i quaranta milioni per le spese di comunicazione» hanno replicato il segretario regionale del Pd lombardo Alessandro Alfieri e il capogruppo in Regione Enrico Brambilla. «Detto questo - continua - siamo d’accordo sulla necessità di riequilibrare la ripartizione dei tagli, andando a incidere con più decisione sui ministeri e meno su Comuni e Regioni virtuosi, e di perseguire la logica dei costi standard, che premia le migliori pratiche delle diverse regioni e costringe le altre a fare meglio. Siamo fiduciosi nel lavoro che il presidente della conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino sta conducendo in questa direzione. La Lombardia può dare il buon esempio, contraendo la spesa in modo serio, ma è chiaro che queste risorse devono poi poter essere utilizzate sul territorio, a vantaggio dei cittadini lombardi».

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