Coletti: «Ignorata la crisi
Ma le cifre fanno paura»

Il vescovo al Te Deum: «Triste che sia caduto nel silenzio quanto detto un anno fa». Poi legge i dati sui senzatetto: «Voglio rischiare di rovinarvi cena, botti e lustrini»

La crisi che morde sulla vita e sul futuro, che moltiplica povertà e malessere sociale, non può più essere subita come inevitabile fatalità, ma richiede un sussulto di responsabilità, il coraggio di un cambiamento.

Questo il messaggio del vescovo Diego Coletti, che ha lanciato una provocazione forte nel Te Deum di fine anno, ricordando un’analisi della crisi già delineata da tempo eppure totalmente trascurata. «Mi pare triste che a distanza di dodici mesi si sia costretti a ritornare sul tema, dopo aver registrato l’impressione che quanto detto alla fine del 2012 sia caduto nel silenzio», ha affermato, mettendo a fuoco una situazione locale dove il disagio è dilagante ma gli «esclusi», considerati «scarti», non inquietano e non suscitano un’adeguata mobilitazione.

«Ho trovato cifre impressionanti. E voglio essere così scortese da rischiare di rovinarvi la cena di Capodanno, i botti e i lustrini», ha detto segnalando che ci sono 140 ospiti nei tre dormitori (Ozanam, quello annuale della Caritas e quello invernale di recente allestito dalla stessa Caritas in via Sirtori), oltre a una cinquantina di senzatetto che si rifugiano in tuguri, poi 100 minorenni accolti a Prestino e destinati alla precarietà e 25 ospiti nella parrocchia di Rebbio.

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