Como, frana in Valfresca
Finestre rotte dai sassi

Colpita una palazzina abitata da sei famiglie, soltanto in serata è rientrato il rischio di evacuazione

Minuti di paura ieri alle 10. «Stavo bevendo il caffè e ho sentito un boato, pensavo al terremoto»

Per tutta la giornata è stata valutata la necessità di evacuare le famiglie. Poi, al termine di un sopralluogo con un geologo, è stato accertato che la palazzina della Valfresca non corre alcun rischio e non c’è motivo per imporre ai residenti - sei famiglie, ventidue persone in tutto - di lasciare la propria abitazione.

Il fronte della frana è stato considerato sotto controllo e un eventuale ulteriore movimento è stato valutato a distanza di sicurezza dalla casa. E dire che in mattinata le cose sembravano volgere al peggio. Vasta l’area scivolata verso il basso, con il terreno gonfio di pioggia hanno ceduto pietre e piante di un bosco - la proprietà è privata ed è sita nel Comune di San Fermo - trascurato da diversi anni.

I vigili del fuoco

I vigili del fuoco sono intervenuti in urgenza per tagliare alcuni alberi. Poi nel corso della giornata i tecnici dei Comuni di Como e San Fermo sono stati al lavoro per monitorare la situazione. «La parete che ha lasciato il materiale adesso non è accessibile – dice Flavio Castiglioni, geologo residente a Cavallasca, chiamato dal Comune di San Fermo – non ci sono pericoli per l’abitazione. Quello che consiglio è che lunedì si organizzi un intervento dei rocciatori per essere sicuri che non ci sia altro materiale che potrebbe franare nello spiazzo vicino alla casa».

Il racconto degli abitanti è drammatico.Tutto è cominciato alle 10 del mattino

«Stavo bevendo il caffè in cucina e ho sentito un boato, ho pensato al terremoto», racconta Maurizio Serrantoni. È stato lui a chiamare subito pompieri e vigili. Sono arrivati subito per un sopralluogo con i tecnici e hanno tagliato una pianta per mettere in sicurezza quanto possibile subito, scartando solo nel pomeriggio l’opzione di far sfollare 22 persone residenti. Torneranno lunedì per la messa in sicurezza, anche se non è chiaro chi si dovrà accollare le spese: ci sono in ballo due proprietà private in due comuni diversi.

Lo scenario di una casa attaccata a una parete verticale ancora più alta è suggestivo e spaventoso in proporzione variabile secondo il punto di vista. Da quello di Marina La Viola, proprietaria delle due palazzine oltre che residente insieme alla madre, è prima di tutto preoccupante. «Sono qui da quarant’anni e non si era mai staccato un sasso - afferma - in questa casa ha dormito Garibaldi».n 

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