Como, medico morto in bici
Il dolore di Tavernola
«Un uomo generoso»

Colleghi e pazienti piangono Gianluigi Lanaro, morto sulla Regina nella galleria di Moltrasio. «Cercava sempre di dare una mano a tutti»

«Mi mancherà un aiuto di vita, la sua scomparsa è una grossa perdita». È racchiusa in queste poche parole pronunciate dal dottor Enrico Rigoni il senso di smarrimento ed il dolore che ha avvolto Tavernola alla notizia della tragica scomparsa di Gianluigi Lanaro, il medico di 61 anni morto sabato pomeriggio mentre in sella alla sua bicicletta stava percorrendo la galleria di Moltrasio.

Una morte improvvisa le cui cause sono ancora in fase di accertamento, ma che ha profondamente segnato i tanti - amici, pazienti e colleghi - che lo hanno conosciuto in decenni di attività nel quartiere.

«Gianluigi era una persona semplice e disponibile - dice ancora Rigoni, che per anni è stato il suo sostituto - è sempre stato presente nel momento del bisogno, tant’è che quando ho avuto un incidente in moto non ha esitato a lavorare al mio posto per oltre un mese». Un medico buono, presente ed estremamente preparato. Ma soprattutto un dottore di quelli capaci di instaurare rapporti di amicizia con i suoi pazienti. «Non ho capito più niente ieri quando me lo hanno detto - dice incredula Maria Angela Calvi, uno degli oltre mille pazienti del medico - Per noi era come uno di famiglia. Non era uno di quei dottori che non si fanno capire e che non ti guardano nemmeno in faccia mentre scrivono la ricetta. Era sempre disponibile e ti ascoltava, cercava veramente di darti una mano. Ricordo che una volta mi ha persino fatto un disegno per spiegarmi con chiarezza e semplicità quello che avevo e che avrei dovuto fare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA