Con la bicicletta in India
sulla strada più alta del mondo

L’avventura di due ciclisti di Livo e Schignano: «Vogliamo arrivare a 5.602 metri di altitudine seguendo l’autostrada tra Manali e Leh»

Un’avventura in punta di... pedali: questa è la vacanza ecosostenibile che stanno per affrontare due temerari ciclisti di Schignano e Livo, Bruno Peduzzi e Alessandra Ricetti partiti ieri per l’India e che, nei prossimi giorni, percorreranno in sella alle loro biciclette la strada carrozzabile più in alta quota del mondo, quella che da Manali conduce a Leh, nella regione nord-occidentale del Paese.

Spiega Bruno, 36 anni, infermiere: «I primi giorni ci serviranno per acclimatarci, e saliremo poco alla volta a 3.500 metri di quota: l’altitudine media del percorso sarà di quasi 4500 metri e l’ascesa rapida in alta quota potrebbe causarci seri problemi di salute, dal mal di montagna ad edemi più gravi. Partiremo poi, con il minimo indispensabile per affrontare il viaggio in bicicletta (una tenda, le camere d’aria di scorta) e percorreremo in territorio indiano un tracciato di circa 500 chilometri, in mezzo ai passi ed alle montagne – saremo più in alto del campo base dell’Everest - visitando villaggi e paesi ricchi di storia e cultura».

«In sella alle nostre mountain bikes, il 22 partiremo da Manali in direzione Leh, (capitale del Ladakh), sulla strada gestita dai militari come via di transito verso il Kashmir; all’arrivo a Leh, dieci giorni dopo, faremo un ultimo sforzo per salire sul Khardung la passeggiata a quota 5602 metri, che è la strada percorribile più alta del mondo».

La storia completa sul quotidiano La Provincia in edicola giovedì 17 luglio.

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