Delitto Deiana, fermato un imbianchino

Ex spacciatore di Bregnano in cella con l’accusa di aver partecipato all’omicidio dell’uomo scomparso

Il fatto commesso in una pizzeria nella zona di Vertemate. La polizia sospetta vi siano complici

Quando, la scorsa settimana, ha letto la locandina della Provincia: “Uomo scomparso, è stato ucciso” è come se il mondo gli fosse crollato addosso. Forse, ormai, se l’aspettava di trovarsi i poliziotti fuori dalla porta di casa. Clamorosa svolta nell’inchiesta sulla scomparsa di Salvatore Deiana, 40 anni di Villa Guardia, volatilizzato nel nulla nella notte dell’8 marzo 2009. I detective della squadra mobile della Questura hanno fermato uno degli esecutori materiali dell’omicidio: Giuseppe Monti, 34 anni di Bregnano, imbianchino, già residente a Cadorago quando otto anni fa veniva braccato dagli inquirenti per traffico di droga.

L’ombra della ’ndrangheta

Secondo gli inquirenti non vi sono dubbi: Deiana l’ha ucciso lui. O, meglio: anche lui. Perché all’appello mancherebbero almeno un altro paio di persone che, sul finire dell’inverno del 2009, hanno partecipato alla terribile mattanza costata la vita al quarantenne ragazzo difficile di Villa Guardia. Gli uomini della mobile hanno deciso di intervenire con un fermo di polizia giudiziaria quando, ormai sulle tracce di Monti, hanno capito che l’uomo si sentiva braccato e hanno temuto potesse far perdere le sue tracce. A metterlo in allarme proprio gli articoli di giornale che davano conto delle indiscrezioni sul fascicolo d’inchiesta sulla scomparsa di Deiana aperto dalla Procura con l’ipotesi di omicidio volontario.

Contestualmente al fermo - sulla cui convalida ieri pomeriggio il giudice delle indagini preliminari si è riservato - è stata anche sequestrata l’auto usata da Monti, una Kia Sportage, la stessa sulla quale sarebbe stato nascosto per un giorno intero il corpo senza vita della vittima.

In attesa dei pochi tasselli mancanti, nel mosaico che gli inquirenti sono riusciti a comporre si scorge sullo sfondo lo stesso ambiente in cui era maturato anche l’omicidio di Ernesto Albanese, ammazzato a Guanzate con una brutale esecuzione. Ovvero un ambiente popolato di pregiudicati e personaggi vicini alla ’ndrangheta.

La ricerca del corpo

Non Monti, però. Da quanto emerso il 34enne di Bregnano, a parte l’arresto del 2007 quando venne coinvolto in un giro di traffico di droga e la frequentazione, fino a cinque anni fa, di ambienti malavitosi, si sarebbe tirato fuori tentando di ricostruirsi una vita. Troppo tardi, però. Perché nel frattempo si era macchiato dell’omicidio di Deiana.

Un delitto consumato all’interno di un bar pizzeria della zona di Vertemate, dove la vittima pare abbia cenato con i suoi assassini, prima di essere ucciso, caricato sulla Kia di Monti e sepolto in una buca nei boschi tra Olgiatese e Appiano Gentile.

Il fermo della polizia non è la parola fine all’inchiesta. Anzi. All’appello mancano altre persone sospettate di aver preso parte all’omicidio. È da comprendere, ad esempio, l’eventuale ruolo avuto dagli allora gestori del bar-pizzeria: erano presenti al delitto? Se sì, hanno partecipato? Oppure hanno solo taciuto? Infine il movente. Sarebbe confermato il regolamento dei conti per uno sgarro avvenuto anni prima.n

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