Dongo, inaugurato il Museo
Grandi assenti i partigiani

È la sede, costata quattro milioni, che tra le polemiche ha declassato la Resistenza Piazza gremita e scolaresche con il tricolore. Gli organizzatori: «Avremo migliaia di visitatori»

Nel giorno dell’inaugurazione del Museo e piazza Paracchini si riempie di gente. Ma mancano i partigiani: un dettaglio non da poco se si considera che di quegli anni sono stati e restano i protagonisti. Ma l’attesa e il desiderio di vedere una struttura costata circa 4 milioni di euro, è tanta e per un giorno passano in secondo piano anche le polemiche per il cambio di denominazione: non più Museo della Resistenza, ma Museo della fine della guerra, con legata la dicitura “Dongo 1945 - La Resistenza sul Lago di Como e la caduta di Mussolini”.

Le scolaresche del territorio occupano una fetta di piazza e sventolano centinaia di bandierine tricolori, con il corpo musicale Tre Pievi a eseguire gli inni e il coro Cai una canzone partigiana.

E l’onore di tagliare il nastro spetta a Franco Dell’Era, uno degli ultimi protagonisti di quei giorni ancora in vita. E gli organizzatori

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