Erba, via l’Imu, ma non le tasse
«E la Tasi stangherà bar e negozi»

Il riordino delle imposte comunali non porterà a risparmi per i cittadini. L’assessore: «Faremo il possibile per ridurre l’impatto sui commercianti»

Non c’è più l’Imu sulle prime abitazioni, mentre seconde case e attività produttive pagheranno come lo scorso anno. Nessun aumento anche per la temutissima Tari, il tributo sullo smaltimento dei rifiuti. Ma i più penalizzati dall’arrivo della Iuc, la nuova Imposta unica comunale deliberata dalla giunta, saranno ancora una volta negozianti e pubblici esercizi: la colpa è di un nuovo balzello - chiamato Tasi - introdotto dallo Stato per compensare l’abolizione dell’Imu sulle prime case. Peccato, però, che la Tasi la paghino tutti, comprese le attività commerciali già vessate da Imu e Tari.

Le aliquote della Iuc - composta appunto da Imu, Tari e Tasi - verranno discusse in consiglio comunale a fine aprile. Sul fronte Imu nessuna novità rispetto al 2013: il tributo non si applica sulle prime case, se non per dimore di lusso e castelli (appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9) con un’aliquota del 4,3 per mille; per tutti gli altri fabbricati - comprese le seconde case - l’aliquota è dell’8,7 per mille, fatta eccezione per le attività produttive (gruppo catastale D): l’aliquota, in questo caso, si ferma all’8,2 per mille.

Oltre all’Imu saremo chiamati a pagare la Tari, un nuovo nome per la vecchia tassa sullo smaltimento dei rifiuti. La tassa è composta da una quota fissa, che si calcola in base ai metri quadri e al numero dei componenti del nucleo familiare, e una quota variabile (legata alla quantità di rifiuti prodotti secondo le proiezioni statali). I conti sono presto fatti: a Erba una famiglia di tre persone in un appartamento da 100 metri quadrati pagherà intorno ai 150 euro. Confermate anche le aliquote per utenze non domestiche, che variano notevolmente a seconda delle tipologie: tra i più vessati, ancora una volta, negozi e pubblici esercizi.

E poi c’è il capitolo Tasi. Un tributo sui servizi indivisibili attraverso il quale il Comune dovrà incassare 3,6 milioni di euro per finanziare l’illuminazione, i servizi cimiteriali, viabilistici, di sorveglianza, anagrafici e di stato civile. La Tasi si applica - e si calcola - esattamente come l’Imu, tanto sulle prime case (aliquota al 2,5 per mille) quanto su tutti gli altri fabbricati (1,9 per mille). Per un bell’appartamento di cento metri quadrati (categoria A/2, classe 3) una famiglia pagherà trecento euro (da sommare, nel quadro della Iuc, a quanto si paga di Tari).

Se lo scorso anno a scaldare i commercianti fu il passaggio dalla Tarsu alla Tares, con aumenti esponenziali, questa volta a far discutere sarà la Tasi. Sul fronte dei rifiuti, dopo la batosta del 2013, non sono previsti infatti ulteriori aumenti; peccato però che lo Stato abbia introdotto un nuovo balzello, per compensare l’abolizione dell’Imu sulle prime case, che verrà pagato anche dai pubblici esercizi e negozi.

«Per quanto ci riguarda - osserva l’assessore al Commercio Angelo Cairoli - abbiamo fatto tutto il possibile per non aumentare le tasse ai danni dei cittadini e di queste categorie. Le tariffe Imu e Tari, infatti, sono rimaste le stesse dello scorso anno».

La novità, conferma l’assessore, «è legata effettivamente alla Tasi, che va a colpire tutti. Ma oltre ad aver confermato tutte le detrazioni dello scorso anno legate alla Tari (ad esempio per chi smaltisce i rifiuti attraverso il compostaggio, ndr), stiamo studiando altre vie per ridurre al minimo l’impatto della Iuc sul settore commerciale».

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