Ghisallo, soluzioni per il museo
«Diamo la gestione ai volontari»

La proposta di Bettoni (Federazione): «Così si tagliano i costi». Baroni: «Un’idea che stiamo già valutando, ma non è semplice»

A soli otto anni dall’inaugurazione, il Museo del Ghisallo deve affrontare una crisi che rischia di farlo chiudere per sempre. Non ci sono più i soldi per sostenere i costi di gestione di una struttura che, a dispetto del gran numero di appassionati di ciclismo, non attira abbastanza visitatori, sufficienti almeno per pareggiare i conti.

Franco Bettoni, presidente del Comitato provinciale della Federazione ciclistica italiana, un’idea su come farlo ripartire in breve tempo ce l’avrebbe: «Affidiamolo ai volontari e vediamo se riusciamo a farlo a uscire dall’impasse in cui si trova».

Lui premette di «avere avvertito in tempi non sospetti che le cose non potevano andare per il verso giusto: nove anni fa mi ero permesso di far rilevare che forse il Ghisallo non era la località più adatta, seppure molto significativa. Troppo fuori mano, e nota quasi esclusivamente agli appassionati. Detto questo però, come Comitato abbiamo sempre collaborato lealmente, anche per rispetto al grande entusiasmo e impegno profusi da Fiorenzo Magni, che il Museo lo ha fortemente voluto al Ghisallo e che ci ha messo soldi di tasca propria per sostenerlo. Ora che lui non c’è più, tutti i nodi sono venuti al pettine, a cominciare dalla gestione del personale».

Per Bettoni «è chiaro che non si può sostenere una struttura del genere con tre dipendenti fissi. Molto meglio affidarla a volontari che si prestino a fare un po’ di tutto: custodi, guide per visite e anche le pulizie».

«Volontariato? Non è un’idea nuova, se ne sta discutendo da tempo in Consiglio di amministrazione. Ma non è così semplice come a dirlo» ribatte Cesare Baroni, consigliere del Museo.

In attesa di conoscere che cosa farà la Regione: l’assessore allo Sport Antonio Rossi, che in tempi recenti ha fatto visita al Ghisallo per rendersi conto di persona della situazione, aveva promesso l’impegno del Pirellone per far uscire dalla palude il Museo.

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