Grandate, acqua alla gola
Tra laghetti e vecchi debiti

Nuova pozza estesa accanto al cantiere di Pedemontana mentre il Comune utilizza le risorse del bilancio per ripianare i vecchi mutui per la gestione dell’acquedotto

Grandate ha un problema con l’acqua, che proprio sembra non riuscire a risolvere. È un problema sia ambientale sia economico. Per il primo aspetto, nell’ultimo anno si assiste alla risalita delle falde acquifere in tutta la piana a sud di Como, tanto che si creano veri laghi e gli scantinati vengono sommersi.

Nella vecchia cava vicino al Santuario della Madonna della noce adesso possono fare il bagno le paperelle: è sorto un nuovo bacino idrico già ribattezzato Pedelaghetto. La stessa sorte, anche se in dimensioni più ridotte, è toccata proprio ora alla valletta tra le barriere di Pedemontana e gli scavi per la stessa tangenziale.

Pesante anche l’aspetto economico: il Comune di Grandate è costretto a spendere non poco per pagare i debiti del passato, per un totale di poco meno di 700mila euro. Per la potabilizzazione dell’acqua, tradotto l’acquedotto, resta da spegnere un mutuo di circa 290mila euro, per il nuovo acquedotto pensile occorre saldare 220mila euro e per l’acquedotto interrato circa 180mila.

Sono i tre debiti, più ingenti che gravano da almeno un decennio, sulle casse pubbliche di Grandate«Con l’ultimo bilancio nel consuntivo siamo riusciti ad avanzare circa un milione e 700mila euro – spiega Fabio Ferrario, assessore al bilancio – è un buon risultato. Salderemo subito il mutuo da 300mila euro per la potabilizzazione, significa abbattere gli interessi che dobbiamo di continuo pagare e sbloccare così altre risorse».

Da impiegare magari anche per gestire l’emergenza falde acquifere: in autunno tanti magazzini rischiano di rimanere a mollo. «Mi pare che questo paese faccia acqua da tutte le parti – ribatte Dario Lucca, capogruppo della minoranza Grandate il mio paese – io ho votato contro al bilancio consuntivo. Più aspettiamo più veniamo circondati da nuovi laghi».

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