Il commercio sfratta l’artigianato
Via le botteghe, più market a Erba

Il presidente di Confartigianato si sfoga: «Maledetto il giorno in cui ho aperto»

Anche il Piano del territorio certifica i cambi di destinazione della aree produttive

Le attività produttive lasciano spazio al commercio. Nel giro di tre anni a Erba - i dati sono della Camera di Commercio di Como - il numero delle attività edili e manifatturiere è calato rispettivamente del 10,6 e del 6,9 per cento.

Allo stesso tempo, le attività commerciali sono cresciute del 7,2 per cento. Trova dunque conferma anche nei numeri la tendenza emersa in vista della variante al Pgt: alla luce della crisi economica, tanti proprietari chiedono di costruire supermercati e centri commerciali dove una volta si trovavano aziende ormai impossibili da riaprire.

Nel 2011 le imprese attive nella città di Erba erano complessivamente 1826; alla fine del 2014 erano 1764, con un calo del 3,4 per cento. I dati più interessanti riguardano però i singoli comparti: le attività manifatturiere sono passate da 290 del 2011 a 270 del 2014 (meno 6,9 per cento); le aziende che si occupano di costruzioni ed edilizia da 387 a 346 (meno 10,6 per cento).

A crescere, insomma, sono solo le imprese e le attività commerciali, che sono passate da 414 a 444 (l’incremento è del 7,2 per cento). Numeri che non stupiscono Roberto Galli, titolare di un’azienda di autotrasporti e presidente erbese di Confartigianato. «A livello di imprese - dice - la riduzione del manifatturiero è sotto gli occhi di tutti, si fa sempre più fatica ad andare avanti. Per non parlare ovviamente del settore costruzioni: sono diversi anni che l’edilizia è in crisi».

«Io oggi maledico il giorno in cui ho deciso di fare l’imprenditore. Davvero, ormai è semplicemente una lotta quotidiana contro la pressione fiscale in crescita e i guadagni in calo. Il punto è che un tempo il rischio d’impresa pagava, c’era un margine di guadagno importante: ora non è più così».

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